Vite di bambini, ragazzi ed anziani distrutte da (alcuni) tutori, amministratori di sostegno e dalle figure istituzionali. Banditi i baci ed abbracci, bandita la scienza, vige il far west.
Mamme accusate di essere “simbiotiche” con i propri figli, di avere un “rapporto fusionale”, ed ora arriva dallo spazio l’iper protezione. Chi l’ha proferito un marziano? No, un discendente della terra, ed è così che si aggiunge un altro costrutto ascientifico (come la sindrome di alienazione parentale e simili) e diabolico per allontanare mamme e figli e farli sprofondare in un inferno di dolore, l’inferno è sceso sulla terra, una devastazione del corpo e dell’anima.
Come accade per i bambini allontanati specialmente dalle mamme già vittime di violenze domestiche, anche in altri casi sentenze, ordinanze, relazioni sono basate sul nulla, senza avvalersi delle basi scientifiche e professionisti qualificati, in palese violazione delle norme di riferimento, nessuna realtà viene rappresentata, nessun contradditorio citato, senza prove; tutto ciò causa danni irreversibili.
Alla Camera dei Deputati, in tutta ” fretta” atteso il caso urgente perché si tratta di salvare la vita ad un ragazzo con gravi disabilità è stata indetta una conferenza stampa dalla deputata Stefania Ascari (m5s) sul caso Carlovittorio, figlio di Patrizia Tibaldo, una insegnate. Carlovittorio è un ragazzo di vent’anni “con una gravissima disabilità dovuta ad un danno da parto”. Fino all’età di 18 anni è stato amato, cresciuto ed accudito dalla sua famiglia, in particolare dalla mamma, poi l’allontanamento coatto ad agosto del 2021. La mamma ha dichiarato che per tre anni ha avuto difficoltà a far cambiare il pannolino al figlio durante la frequenza del liceo. A seguito di una denuncia di “ipercura” mamma e figlio sono stati allontanati due anni fa, Carlovittorio privato della sua mamma è dimagrito di ben 18 chili, recuperati poi circa 10. Mamma Patrizia può incontrarlo solo 20 minuti alla settimana senza poterlo abbracciare, baciare, coccolare, come ci racconta lei stessa durante la conferenza.
La mamma fa tutto il possibile per coltivare, aiutare e sviluppare l’intelligenza, per sostenerlo anche negli studi nonostante le sue difficoltà fisiche, ci racconta la deputata Stefania Ascari (m5s) durante la conferenza di giovedì 20 aprile.
Con voce tremante e commossa, ma con tanta forza e determinazione la mamma Patrizia inizia il racconto di una devastazione del corpo e dell’anima “mi è stato allontanato dai carabinieri violentemente il 27 agosto, improvvisamente senza ragione, è stato un dolore, un trauma, uno strappo grandissimo”. L’accusa della mamma? Ipercura e non aver accettato la disabilità del figlio “io so chi ho davanti, l’ho sempre saputo e so la gravità di mio figlio; per questo cerco di tenerlo in vita nel migliore dei modi, cerco di curarlo e farlo vivere meglio e di più, queste le successive parole della mamma rotte da lacrime che scendono sul suo viso composto e delicato. Mio figlio è diventato un mucchietto di ossa.
“Io non posso stare senza di lui, lui non può stare senza di me, siamo dipendenti l’uno dall’altro perché è un ragazzo cerebroleso” parole intense, piene di amore materno che va ben oltre l’umana comprensione, la scienza lo accerta, solo che esiste “una categoria” che viola le norme, la legge della natura ed anche i baci e gli abbracci sono banditi, secondo le disposizioni di certe figure istituzionali che annientano vite.
L’area cognitiva, afferma la mamma, non è stata, però toccata, per cui” capisce tutto, comprende tutto, si fa capire”.
Patrizia aggiunge alcune frasi ormai ben note al “mondo dei prelievi coatti dei minori”, stessi comportamenti, stesse decisioni, stesse frasi riportate, stessi orari, stesse punizioni e ritorsioni, stesse imposizioni da parte di amministratori di sostegno, tutori, magistrati, assistenti sociali, educatori e quant’altro. “Mi mettono in una stanzetta sorvegliata a vista, non lo posso baciare, toccare, se tolgo la mascherina per baciarlo vengo sgridata”. Un controllo coercitivo sulle emozioni, su quanto lo bacia, come lo bacia, come lo ama. Ecco, questo accade nella nostra bella Italia, nel “silenzio degli innocenti”!
Patrizia ha potuto vedere suo figlio nella struttura per anziani 20 minuti alla settimana in questi ultimi due anni. Nominato dal giudice tutelare un amministratore di sostegno. I genitori hanno accudito con la massima cura il figlio, sempre in perfetto accordo per le esigenze del figlio.
E’ proprio l’avvocato della mamma Laura Andrao a sottolineare che l’amministratore di sostegno viene “utilizzato come mezzo per sostituirsi completamente ai genitori” ed impedire agli stessi – sottolinea l’avvocato – di avere qualsiasi contatto e conoscenza di come sta, cosa fa il proprio figlio.
Un estratto delle dichiarazioni di Patrizia Tibaldo durante la conferenza stampa.
La deputata Ascari non si dà pace, sentenze, decisioni lette con un profondo dolore, fotografie che fanno rabbrividire, le parole della mamma Patrizia che spezzano il cuore.
“All’improvviso a seguito di una segnalazione da parte di due assistenti sociali il ragazzo viene allontanato dalla madre; le assistenti sociali non si fanno più vedere, non si fanno più sentire ed il ragazzo viene messo all’interno di una struttura per anziani”, sottolinea la deputata.
“Carlovittorio pesava 43 kg e dopo questo traumatico e coattivo spostamento” ha perso molto peso. “Pesa 30 chili e gli è stata posizionata una peg (il posizionamento di un tubicino largo circa 5-7 mm che permette di collegare la cavità gastrica con l’esterno) per alimentarsi” perché non può più alimentarsi per bocca.
Dalla visione delle fotografie la Ascari sottolinea la presenza anche di “gravi piaghe da decubito, un ragazzo che è diventato un mucchietto di ossa (come afferma la mamma), un ragazzo che non viene più portato a scuola, un ragazzo che vive ed è murato in un letto”.
Ed infatti aggiunge “faccio molta fatica a parlare di questa storia di profonda sofferenza” anche alle “luce delle foto che abbiamo visto”.
La deputata ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio per valutare e richiedere un intervento ispettivo, “ valutare se vi siano delle responsabilità disciplinari nei confronti delle Autorità e degli operatori che si sono occupati di Carlovittorio”. Ed ancora la deputata del movimento 5 stelle, ha chiesto con determinazione “che si interrompano immediatamente tutte quelle azioni che possano arrecare ulteriore pregiudizio, danno, sofferenza per Carlovittorio”, una richiesta unanime pervenuta dalla mamma, dall’avvocato Andrao, dalle persone presenti in Sala.
”Carlovittorio deve tornare a casa subito – aggiunge – ma non alle condizioni dettate dal consulente tecnico d’ufficio che prevede una sorveglianza h 24 di fatto rivolta alla madre”. E’ stato deciso il 15 dicembre scorso che Carlovittorio possa tornare a casa tre volte alla settimana, ma è stato imposto a Patrizia il pagamento di una infermiera per tutta la durata dei tre giorni per una spesa effettiva di 12 mila euro al mese ed il costo del trasporto del figlio con la sedia a rotelle per un importo di 400 euro al mese. Un ricatto viene definito che “porta a non far mai uscire Carlovittorio da quella struttura” dalla quale non esce mai. La deputata invita il ministro Nordio e le Istituzioni ad una risposta concreta.
La deputata Ascari a margine della conferenza stampa:
A margine della conferenza stampa il CTP (consulente tecnico di parte) che segue Carlovittorio, il neuropsichiatra infantile Maurizio Brighenti (direttore Dipartimento AUSL 20 Verona e Direttore del Centro Diagnosi Cura e Ricerca per l’Autismo di Verona), rileva che Carlovittorio “è stato allontanato improvvisamente in maniera devastante e traumatica dalla famiglia per un’accusa alla madre di ipercura e di mancata accettazione della problematica del figlio e, quindi, dedita ad eccesso di cure.
Un eccesso di cure che non è stato mai dimostrato”, precisa, nonostante ne abbia avanzato richiesta.
La mamma ha sempre rispettato i pareri dei medici, “mai di sua iniziativa, ha sempre seguito le indicazioni dei medici, degli specialisti.
Questa ipercura anche in occasione della perizia non è stata dimostrata dalla CTU (consulente tecnico d’ufficio) e non abbiamo nessuna documentazione che giustifichi l’allontanamento di Carlovittorio”.
Un allontanamento che lo specialista afferma abbia causato un “ trauma grave, è come allontanare un neonato. Quando una persona è così dipendente dal genitore, diventa un aspetto molto, molto grave da un punto di vista psicologico ed emotivo”. Una emotività – continua il neuropsichiatra – “che non viene mai considerata nelle persone disabili, quasi che la patologia neurologica o quant’altro impedisca di avere emozioni e di non avere il diritto di avere un legame, un legame stabile, un legame che non può essere rotto perché qui è stato rotto un legame improvvisamente”.
La conseguenza di questo allontanamento dalla mamma ha causato, precisa Brighenti, “un forte dimagramento di 18 kg ed una regressione psichica”, anch’essa, mai valutata, nonostante le richieste dello stesso neuropsichiatra infantile, in veste di consulente tecnico di parte di Carlovittorio.
“Un grave danno dovuto a una separazione brutale, improvvisa e drammatica”, così conclude il neuropsichiatra infantile.
Il neuropsichiatra Maurizio Brighenti a margine della conferenza stampa:
“Fino a 18 anni Carlovittorio è stato benissimo a casa con i suoi genitori, amato, curato sostenuto all’interno di una disabilità complessa, è sempre cresciuto in un mondo di affetto di cure e di valorizzazione”, sono le parole dell’avvocato Laura Andrao che difende la madre.
Da un anno e mezzo Carlovittorio si trova all’interno di un centro residenziale per anziani, nonostante abbia 20 anni. E’ stato allontanato dalla mamma a seguito di una accusa di ipercura, ci spiega a margine della conferenza l’avvocata.
La mamma ha dovuto affrontare anche un processo penale sulla “ipercura”, archiviato.
Mamma Patrizia chiede “a gran voce il rientro di Carlovittorio, il rientro di Carlovittorio a casa”, commenta la Andrao.
A seguito della udienza del 15 dicembre scorso è stato deciso che Carlovittorio può tornare a casa per tre giorni alla settimana, ma nessuno delle figure istituzionali si è attivato per il suo rientro fino ad oggi. Colpiscono anche le modalità imposte alla mamma per il rientro a casa del proprio figlio. Durante i tre giorni a settimana la mamma di Carlovittorio dovrebbe pagare un’assistenza infermieristica di 24 ore al giorno, “ per un costo di 1.000 € al giorno, un totale di 12.000 € al mese, una cifra che la famiglia non vuole e non può pagare. Non vuole accettare il ricatto di avere Carlovittorio solo dietro pagamento di 12.000 € al mese. Carlovittorio deve rientrare a casa”, così conclude l’avvocata di mamma patrizia, Laura Andrao.
L’avvocato Laura Andrao a margine della conferenza stampa:
Di Giada Giunti