“Il livello scientifico del corso è stato davvero molto alto, perchè il contributo dei singoli relatori è stato valutato in maniera notevole da tutti gli 80 partecipanti che hanno gremito la sala, anche con posti in piedi, a testimonianza del grande interesse suscitato. Difficilmente un corso ha manifestato un livello così elevato di ogni singola relazione”. Lo afferma Antonio Bolognese, professore onorario di Chirurgia generale Dipartimento ‘Pietro Valdoni’ della Sapienza e responsabile scientifico del Gruppo di lavoro dell’Omceo Roma sulla cannabis e del corso ‘Prevenzione, diagnosi e trattamento dei disturbi correlati all’uso di cannabis’, tenutosi presso il Centro di Formazione Polo Didattico.
Un corso nato appunto dall’esperienza del Gruppo di lavoro e studio dell’Ordine dei medici capitolini. “L’interesse- prosegue Bolognese- è stato dettato dal fatto che tra i partecipanti erano presenti come relatori anche due figure non medico, e di questo va riconosciuto il merito al presidente dell’Omceo Roma, Antonio Magi: l’ingegnere della Cisco Systems, Angelo Fienga, esperto di piattaforme della divulgazione sostenibile, e il dottor Gianni Nagni, direttore generale di Aquaniene, che ha manifestato l’importanza dello sport in un argomento così delicato qual è quello delle sostanze, delle dipendenze e del doping. Nagni ha analizzato, anche nel mondo dello sport, quali possano essere le problematiche dei giovani dedicati a uno stile di vita che dovrebbe escludere la presenza di sostanze dopanti e non solo, ma che, invece, molto spesso avviene”.
Durante tuti gli interventi, soprattutto in quello del professor De Filippis e dei pediatri, è emerso il ruolo importante dei genitori nel poter prevenire e valutare quelle fragilità che rappresentano la base su cui molti ragazzi fanno poi uso di cannabis. “È fondamentale intercettare questi ragazzi prima che arrivino alle sostanze, così come è fondamentale il ruolo della famiglia che, purtroppo, oggi spesso viene meno”.
Bolognese lancia un messaggio alle giovani generazioni: “Ai ragazzi dico che bisogna ascoltare una buona informazione e che non si devono lasciar fuorviare da una disinformazione che, molto spesso, è voluta per facilitare il commercio di sostanze che determinano una dipendenza, in questo caso della cannabis. Ovviamente la criminalità organizzata è responsabile e facilita questa disinformazione, per cui i giovani devono recepire il messaggio di una informazione scientificamente valida e semplice”.
“È quello che dobbiamo cercare di fare attraverso la divulgazione sui social- continua- e, soprattutto, attraverso il nostro lavoro di ‘peer education’, o educazione tra pari, nelle scuole e nei centri sportivi, con programmi corrispondenti a quello dell’anno scolastico, da settembre a giugno, coinvolgendo genitori, insegnanti, allenatori, studenti e atleti”.
“Con questo percorso lungo un anno all’insegna della preparazione sportiva- conclude Bolognese- siamo convinti di poter contrastare in maniera efficace questo problema, realizzando una prevenzione precoce e primaria in giovani che vanno dai nove ai 18 anni”.
Tutti i documenti presentati durante il corso sono disponibili sul sito dell’Omceo Roma