AGI – Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera ai “primi provvedimenti” a sostegno della popolazioni colpite dall’ondata di maltempo in Emilia Romagna. Si tratta in primo luogo dell’approvazione dell’estensione dello stato di emergenza alla zone del Riminese, che non erano comprese nella prima ordinanza della protezione civile.
E, in secondo luogo, del varo di un primo decreto, definito “corposo” da Giorgia Meloni, che ha quantificato in “oltre due miliardi di euro” la somma messa a disposizione dal governo per l’emergenza.
La presidente del Consiglio ha illustrato, punto per punto, le misure approvate dal governo, durante una riunione, che si è tenuta al termine del Consiglio dei ministri, con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, i sindaci, i sindacati e le associazioni di categoria provenienti dalle zone colpite.
“Penso che sia giusto ringraziare tutti i componenti del governo tutti i ministri interessati, hanno lavorato per la fase emergenziale”, ha osservato la premier, nell’intervento di apertura della riunione, trasmesso in diretta sui canali di Palazzo Chigi. “Nella situazione attuale nella quale si trova l’Italia, trovare due miliardi di euro in qualche giorno non è una cosa facile. In passato, interventi di emergenza di due miliardi di euro non so se si erano visti”, ha rivendicato.
Quale ruolo per Bonaccini?
Meloni ha tenuto a ringraziare Bonaccini, il cui intervento è stato trasmesso in diretta, dopo il suo, dalla Presidenza del Consiglio. Proprio il ruolo del governatore dem sembra far discutere la maggioranza, con, da una parte, la Lega contraria ad affidare alcun nuovo incarico a Bonaccini. Sul tema, nei giorni scorsi, era stato freddo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. “Non voglio fare torto a nessuno dicendo ‘mi piacerebbe Tizio o Caio'”, aveva risposto il capo leghista, interrogato su un eventuale ruolo di Bonaccini.
In realtà, all’ordine del giorno della riunione governativa non vi erano nomine di Commissari. Bonaccini lo è per l’emergenza in Emilia Romagna, nominato con ordinanza della protezione civile (poi confermata dal Cdm) a inizio maggio, in seguito alla prima ondata di maltempo.
Dopo l’estensione dello stato di emergenza alle zone colpite nelle Marche, che dovrebbe arrivare presto, probabilmente sarà nominato commissario anche il presidente di quella Regione, Francesco Acquaroli (FdI). Dopodichè, superata l’emergenza, si ragionerà e procederà ai provvedimenti relativi alla ricostruzione. E, quindi, alla nomina di un commissario per la ricostruzione. Da Palazzo Chigi si fa notare che un incarico di questo tipo non potrà essere affidato ad alcuno dei due presidenti di Regione, preservando così Bonaccini o Acquaroli da sospetti di interessi di parte, e che dovrà essere nominata una figura ‘terza’. Se c’è quindi una nomina su cui potrebbe voler puntare o fare pressioni la Lega è quella del Commissario per la ricostruzione, fermo restando l’accordo sul fatto che non sarà uno dei due presidenti di Regione.
Le riserve del Carroccio
Nella Lega del resto ogni nuovo incarico a Bonaccini sarebbe stato visto come ‘fumo negli occhi’: da Via Bellerio si imputa al governatore dem una gestione “troppo ideologica e ambientalista” del territorio che ha portato – sempre secondo le stesse fonti – a una manutenzione rischiosa degli argini dei corsi d’acqua in alcune aree, come Faenza.
Sulla necessità che non prevalga la contrapposizione ma lo spirito unitario, Meloni è stata chiara nel suo intervento conclusivo della riunione con gli emiliano-romagnoli e i marchigiani. “In questa fase, sia da parte delle categorie produttive sia da parte dei sindacati, e anche dai livelli istituzionali è arrivato un bel segnale, la collaborazione tipica di chi sa che in queste situazioni si guarda insieme all’obiettivo, si fa con intelligenza, con determinazione e onestà reciproca. Così si possono fare grandi cose – ha detto – Confido che il confronto rimarrà costante anche nella seconda fase, quella della ricostruzione, continueremo a fare questo lavoro insieme”.
I finanziamenti previsti
Per quanto riguarda il provvedimento, i due miliardi di euro del decreto Alluvioni arriveranno sotto forma di finanziamenti a fondi perduto, crediti a tasso agevolato, fondi per l’emergenza, dai contributi dal sovrapprezzo temporaneo di un euro sugli ingressi ai musei, e dalle estrazioni dedicate del Superenalotto e del Lotto.
Confermate, tra l’altro, la sospensione dei versamenti tributari fino al 31 agosto, i procedimenti giudiziari rinviati alla stessa data, la cassa integrazione in deroga fino a 3 mesi coperta per 580 milioni e una tantum fino a 3mila euro per i lavoratori autonomi.
Giovedì arriva Von der Leyen
“Non è importante Bonaccini ma un modo di lavorare, quel modello del terremoto dell’Emilia ha funzionato bene. Il problema non è il nome ma come si vuole lavorare”, ha risposto il governatore emiliano-romagnolo, a chi gli chiedeva delle polemiche sulla sua nomina.
“Abbiamo ottenuto parecchio di quello che abbiamo chiesto, dopo servirà ricostruire. Nel decreto ci sono una serie di misure che vanno nella direzione che avevamo chiesto in maniera unitaria. La ricostruzione sarà determinante, servirà necessariamente una struttura commissariale. Abbiamo proposto un modello, mi auguro la nomina avvenga entro qualche settimana”, ha aggiunto Bonaccini, annunciando per giovedì la visita della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Le vittime sono 15
Nuova vittima dell’alluvione in Emilia Romagna: è stato rinvenuto il corpo di Fiorenzo Sangiorgi, disperso tra le acque in località Belricetto, Lugo (Ra). Il corpo è stato individuato dai subacquei di Genova e Pescara. È la 15 esima vittima dell’alluvione che ha colpito la regione.