Tecnologia e innovazione sono il motore della crescita. E Roma è dietro Milano di poco in questo ambito di crescita economica ed emancipazione dell’impresa.
A Roma, infatti, sono nate 1667 startup innovative e ancora attive. Sono l’11,9 per cento delle attività di questo tipo distribuite in tutto il territorio nazionale. Milano che è alla testa del paese ne ha 2.669, pari al diciannove per cento del totale. Tutto il paese ne conta 1.832 (dati Unioncamere Infocamere).
La sfera di competenza, come già accennato, riguarda i servizi alle imprese. Il 76,7% delle start up riguardano la produzione di software e consulenza informatica, 40,2%; attività di Ricerca & Sviluppo, 14,1%; servizi d’informazione, 8,5%.
Start up ne nascono anche nel mondo dell’impresa artigianale propriamente detta. Infatti il 15,1% è impegnato nel settore manifatturiero. Nello specifico riguarda il tipo di produzioni dedicate alla produzione di macchine: 2,8%, C’è poi la fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 2,2% Ma anche il commercio col 3,1%.
Potrebbe essere una smentita per i discorsi in cui l’Italia è fanalino di coda nell’innovazione. Purtroppo l’altro dato, conferma questa realtà meno lusinghiera. Infatti il il 95% di queste attività chiude i battenti entro il primo anno. Le cause sono varie: impreparazione del personale in attività, difficoltà nel reperire fondi, squilibrio tra costi e ricavi, concorrenza, inadeguatezza, mancanza di tempismo nell’offerta.
Sul tema dell’alfabetizzazione a questo tipo di impresa la Federlazio organizza un’iniziativa a Roma mercoledì 21 giugno.