AGI – “In un processo di parti non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice dell’udienza preliminare imponga che si avvii il giudizio. In un procedimento in cui gli atti di indagine sono secretati è fuorilegge che si apprenda di essere indagati dai giornali, curiosamente nel giorno in cui si è chiamati a riferire in Parlamento, dopo aver chiesto informazioni all’autorità giudiziaria. Quando questo interessa due esponenti del governo in carica è lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee”. Questo è quanto affermato da fonti di Palazzo Chigi sui casi che riguardano Santanché e Dalmastro.
Santanchè, indagati anche la sorella e il compagno
Con la ministra della Turismo Daniela Santanchè sono indagati anche il compagno Dimitri Kunz D’Asburgo Lorena e la sorella Fiorella Garnero, sono indagati in qualità rispettivamente di ex presidente e di consigliera del cda di Visibilia Editore, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano con le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio su presunte irregolarità nella gestione delle società del gruppo, fondato da Santanchè.
Assieme alla ministra, la sorella e il compagno lo scorso 5 ottobre i pm milanesi del pool “Crisi d’impresa” hanno iscritto nel registro degli indagati anche altri due ex consiglieri del cda Massimo Cipriani e Davide Mantegazza e l’ex presidente del collegio sindacale Massimo Gabelli.
La secretazione dell’iscrizione della ministra – da quanto riferito – è stata effettuata il giorno successivo, il 6 ottobre, ed è stata desecretata dopo tre mesi, come previsto dal comma 3 bis dell’articolo 335 del codice di procedura penale.
Nel frattempo, trascorsi i primi sei mesi di indagini, la Procura ha depositato a un gip lo scorso fine marzo una prima richiesta di proroga, di cui per questioni burocratiche Santanché non avrebbe ancora ricevuto la notifica.
Il caso Delmastro
Imputazione coatta per il sottosegretario alla giustizia, Andrea Delmastro. A disporla è stato il giudice delle indagini preliminari di Roma, nell’ambito del procedimento per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, l’anarchico che aveva intrapreso lo sciopero della fame per chiedere l’abolizione del 41 bis.
Il gip ritiene sussistenti sia l’elemento oggettivo che soggettivo del reato. La procura di Roma, che adesso dovrà formulare l’imputazione, aveva chiesto l’archiviazione. Pur riconoscendo la sussistenza oggettiva della violazione, riteneva non ci fossero prove sufficienti sull’elemento soggettivo, ossia la consapevolezza dell’esistenza del segreto.
Le reazioni di Pd e M5s
Schlein: “Nota governo è inaccettabile”
“Quella del sottosegretario Del Mastro e della ministra Santanche’ stanno ormai diventando due pagine davvero inquietanti della cronaca politica italiana. Ed è assolutamente inaccettabile in un sistema democratico che, anziché rispondere alle gravi accuse nel merito, Palazzo Chigi alimenti un pericoloso scontro tra poteri dello Stato diffondendo una nota con toni intimidatori nei confronti della magistratura”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.
“A questo punto è inevitabile che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni esca dal suo silenzio e si assuma le sue responsabilità. Hanno passato il segno e non si puo’ andare avanti cosi’. Soprattutto se questo significa farlo ai danni del Paese che, nel frattempo, continua a non ricevere risposte”, conclude la leader dem.
Conte: “Vergognoso attacco alla magistratura”
Il premier Giorgia Meloni “sul caso Santanché scappa, si nasconde, non parla e anche oggi non ha fatto dimettere la sua Ministra. Cosi’ come ha cercato di dribblare fino all’ultimo il caso di un altro ‘fratello d’Italia’, Delmastro, nei mesi scorsi. Pochi minuti fa però è successo qualcosa di ancor più grave. Da Palazzo Chigi, senza metterci la faccia, Meloni fa trapelare una nota con un vergognoso attacco alla magistratura”. Lo scrive in un post Facebook il leader del M5s, Giuseppe Conte.
“Un attacco gravissimo e sconclusionato per gridare a complotti, nascondere gli insuccessi di questi nove mesi ed evitare di prendere posizioni politiche a tutela dell’etica pubblica e delle Istituzioni – aggiunge – per Meloni la difesa degli amici di partito viene sempre prima dei cittadini e del Paese, della ‘Nazione’ di cui si riempie la bocca in ogni discorso. Il suo ‘patriottismo’ vale solo nei confini di partito”.