Settecentomila o, magari, anche tanti di più. È molto alto il numero di mezzi espulsi dalla nuova Z.T.L. “Fascia Verde” di Roma a seguito delle Ordinanze del Sindaco che si sono susseguite negli ultimi mesi. Ad aggravare la situazione, l’insufficienza dei mezzi di trasporto pubblico, ad oggi inadeguati a supplire ad una mobilità alternativa a quella dei veicoli a due e quattro ruote.
Non è difficile immaginare che, a novembre 2023, quando sarà attivato un capillare sistema di telecamere, inizieranno a fioccare le multe, con importi fino a 658 euro.
Da tempo, la cittadinanza si è mobilitata nei confronti dei divieti, sia manifestando in piazza sia promuovendo petizioni.
Da qualche settimana, però, si sta facendo largo anche una proposta diversa. Ne parliamo con l’avvocato Roberto Maurelli, che ha seguito fin dagli inizi l’evoluzione di questa vicenda.
Avvocato, in cosa consistono i divieti introdotti dal Sindaco Gualtieri?
Le ordinanze degli ultimi mesi hanno vietato la circolazione nella Fascia Verde agli autoveicoli alimentati a benzina fino a Euro 2, agli autoveicoli alimentati a gasolio fino ad Euro 3, nonché ai ciclomotori e ai motoveicoli, alimentati a benzina e diesel, fino ad Euro 1.
Peraltro, la Delibera della Giunta Capitolina n. 371/22 aveva già ampliato i confini della Fascia Verde, che copre la quasi totalità dell’area cittadina posta all’interno del Grande Raccordo Anulare.
Come si giustificano misure così incisive?
Ha colto nel segno, perché il punto della questione sta qui. I provvedimenti adottati dal Sindaco comprimono fortemente i diritti costituzionalmente tutelati della cittadinanza, e non solo, in nome di un altro diritto, quello alla salubrità dell’aria.
In particolare, si legge nelle ordinanze che nell’aria di Roma ci sarebbe una concentrazione eccessiva di biossidi di azoto e che l’unico modo per farvi fronte è quello di prevedere restrizioni della circolazione più forti rispetto al passato.
Perché, Lei non crede che ci sia bisogno di migliorare la qualità dell’aria?
Ovviamente si. Una delle mie tesi di laurea riguardava esattamente il tema ambientale. Ma la domanda è: esiste davvero un’emergenza della qualità dell’aria che può giustificare divieti così restrittivi? Ecco, i dati che abbiamo raccolto in questi mesi ci dicono che nell’aria di Roma non ci sono concentrazioni eccessive di biossidi di azoto. Roma è da molto tempo al di sotto dei limiti massimi che la legge fissa per questa tipologia di inquinanti, per cui riteniamo che la motivazione che sorregge i divieti sia inconsistente e per questo la attaccheremo.
Come pensa di opporsi ai provvedimenti del Sindaco?
In una prima fase abbiamo coltivato il confronto democratico. Siamo stati anche noi nelle piazze, nei consigli municipali, nelle televisioni, cercando di fornire il nostro contributo.
Quella fase è stata fondamentale per convincere le persone della bontà delle nostre idee, per diffondere una sensibilità fra tutti coloro che ancora non sapevano esattamente a cosa stavano andando incontro.
Il 30 giugno, però, il Sindaco ha deciso di ignorare tutte le battaglie democratiche portate avanti da noi e da tanti altri. La nuova ordinanza del 30 giugno ha ribadito pedissequamente i medesimi divieti già imposti, senza alcun correttivo.
A fronte di ciò, pur convinti dell’importanza del dibattito democratico, abbiamo ritenuto di dover attaccare i provvedimenti anche dal punto di vista giuridico.
Ciò non significa rinnegare il passato o tutte le altre iniziative di confronto democratico, come manifestazioni, petizioni e quant’altro. Queste azioni, però, ad oggi viaggiano su un binario parallelo e diverso, perché sono destinate a concludersi in tempi più lunghi.
Quale azione giuridica ha in mente?
Ci stiamo mobilitando con i cittadini per proporre un’istanza in autotutela in cui mettere nero su bianco i motivi di illegittimità dei divieti del Sindaco. Hanno già aderito a questa iniziativa molti cittadini.
Ove i divieti dovessero essere prorogati anche oltre il 31 ottobre, procederemo anche con un ricorso al TAR, portando le nostre ragioni direttamente al vaglio della magistratura.
Non ci sono già state altre iniziative di questo tipo?
No. La nostra è la prima che mira all’annullamento totale dei divieti. Finora, ci sono stati due ricorsi, ma questi erano finalizzati ad ottenere solo delle piccole deroghe ai divieti e solo per alcune categorie, come quella dei tassisti oppure dei possessori di auto d’epoca dotate di Certificato di Rilevanza Storica.
La nostra battaglia, invece, riguarda tutti i cittadini che vogliono vedere cancellati in toto i divieti.
Alcuni dicono che non ha senso impugnare adesso l’ordinanza perché scadrà ad ottobre. Lei cosa risponde?
Ovviamente sappiamo tutti che l’ordinanza cesserà di produrre effetti il 31 ottobre prossimo. Ma tutti sappiamo anche che i divieti saranno ulteriormente prorogati. Anzi, dal 1° novembre è prevista l’attivazione delle telecamere ai numerosissimi varchi della Z.T.L., per cui ai divieti si aggiungeranno le multe.
Per questo occorre prendere posizione fin d’ora sull’ordinanza del 30 giugno, opponendoci a questa modalità di agire dell’amministrazione, che insiste in uno stillicidio di ordinanze temporanee che, in realtà, susseguendosi una dopo l’altra senza soluzione di continuità, determinano una compressione dei nostri diritti sostanzialmente definitiva.
Come si può aderire alla vostra iniziativa?
Aderire sarà semplicissimo. Basterà inviare una e-mail
all’indirizzo ricorsotarztl@gmail.com, indicando nome, cognome e indirizzo di posta elettronica. Risponderemo fornendo tutte le informazioni necessarie ad intraprendere il percorso dell’istanza in autotutela, compresa la quota di partecipazione.