Giulietta sono io non è solo un libro ma un vero spettacolo teatrale-musicale dove tre storie diverse si intrecciano senza mai incontrarsi, come in una corda a tre capi, per raccontare un concetto unico: l’Amore, quella necessità intrinseca in ognuno di noi di amare e di essere amati e accettati per come siamo veramente. Scritte da Eleonora Fontana, queste storie vere parlano direttamente al cuore del lettore attraverso le voci di Maria, di Teresa, di Giulia… Donne dalla vita difficile, che combattono tutti i giorni contro il giudizio degli altri. Tutte loro sono Giulietta: una sorte amara non impedisce loro di desiderare un Romeo che le ami senza condizioni e, loro malgrado, si trovano invece in balia degli eventi, trascinate da quel flusso di acqua torbia che è la vita, in cui ci si perde e allo stesso tempo ci si ritrova. Come loro, tutti siamo Giulietta.
Il libro contiene anche il testo Turoldo. In cammino verso l’altro, un percorso teatrale-musicale, narrato attraverso le parole e i versi poetici di David Maria Turoldo, che racconta la bellezza del cammino come fonte di ricchezza e di crescita: lungo la strada sono molte le vite che si incrociano e l’incontro con l’altro genera nuova vita; mentre avere al proprio fianco Dio come compagno di viaggio rende tutto più speciale, unico. Un messaggio di conversione, di bisogno di aprirsi al prossimo, alla ricerca del vero santuario che è la cella del cuore: il posto in cui si trova quel Dio della pace di cui ci racconta padre Turoldo, l’unico luogo in cui si incontra davvero l’altro. Nel libro sono presenti QRcode che permettono di lasciarsi trasportare dalle musiche del cantautore veneto composte appositamente per la pièce.
Ciao Davide, come stai vivendo l’uscita di questo libro?
Ciao a tutti. E’ una cosa nuova per me. Sono abituato a cantare e suonare le mie canzoni ed essere un “attore musicale” in scena negli spettacoli teatrali con Eleonora dove tutto è stato provato e riprovato alla perfezione, ma parlare del libro ogni volta con parole diverse, con domande diverse e curiosità che nascono al momento non sapevo come sarebbe stato. Ma mi, anzi ci, divertiamo tanto! E per fortuna il libro piace molto.
Raccontaci del libro e del filo conduttore che lega queste storie.
Dopo aver scritto e messo in scena lo spettacolo teatrale musicale “Turoldo, in cammino verso l’altro” , spettacolo in cui cerchiamo di indagare l’incontro con l’Altro attraverso le parole di Padre David Maria Turoldo (nel quale sono in scena con Eleonora, mia moglie e attrice professionista), è nato il disco “Passaggi” dove questa ricerca è diventata più profonda, più intima: ho tentato di trovare delle risposte, che ho trovato solo negli “ultimi”, nei “rotti”, negli “scartati”.Così, a partire dalle canzoni, è nato lo spettacolo “Giulietta sono io – acqua torbia”: Eleonora ha costruito lo spettacolo partendo dalle parole dei brani, mettendole in dialogo con la storia (vera) di tre donne “scartate”, donne “senza voce”. Alla San Paolo edizioni è piaciuta molto l’idea di mettere i testi di questi due spettacoli nelle pagine di un libro, un libro quindi vivo, che contiene due spettacoli, un disco e la prestigiosa prefazione di padre Ermes Ronchi che ha curato anche la supervisione dei testi dei due spettacoli.
Ciò che lega le storie è l’Amore, quel bisogno che ognuno di noi ha, un bisogno intimo, il bisogno di essere accettati per quello che siamo, senza sconti, senza maschere, nella pura verità.
Cosa pensi della situazione attuale della politica?
“C’è in giro troppa cultura dell’individualismo, della competizione e di un’arroganza predatoria della dignità altrui. L’apparenza sta polverizzando i contenuti. C’è troppa sfiducia nell’azione pubblica, troppa insensibilità alle differenze, poca volontà di giustizia e di colmare disuguaglianze, poca coerenza e poca ricerca di pace ed equità.” Don Luigi Tellatin
Condivido a pieno le sue parole: mi spaventa la non conoscenza della Storia, l’ignoranza in generale. Più di tutto mi fa paura l’indifferenza. Credo ci sia bisogno di persone che si mettano in gioco, ognuno per quel che può fare, ma in concreto. Sento un rumore assordante dato da troppe parole, però vuote; ho bisogno di quel silenzio seguito da azioni concrete, da mani che si danno da fare senza altoparlanti. Sento che l’egocentrismo ci sta rubando il senso di comunità. Che è alla fine la cosa più bella che ci capita in questo mondo: l’incontro con l’Altro.
Cosa ti aspetti dalla vita?
Non sento il bisogno di aspettative dalla vita. Semplicemente cerco di fare quel che riesco tendendo sempre a mente i miei principi: credo di dover lasciare segni concreti ai miei figli per imparare a “vivere degnamente”. Cerco di salire per quei sentieri, talvolta particolarmente ripidi, che portano in cima al monte. La fatica la sento tutta ma la bellezza che si trova in cima ripaga sempre.