Roma – La risposta dei cittadini al primo quesito referendario del 12-13 giugno 2011 (93,5 % a favore della cancellazione dell’obbligo di privatizzazione dell’acqua) ha fatto sì che venisse abrogata la norma che prevedeva l’obbligatorietà della privatizzazione del Servizio Idrico Integrato. Ma la normativa dà ancora la possibilità di privatizzarlo ed entro il 31 dicembre 2012 tutte le regioni dovranno legiferare in materia di servizio idrico. Per una gestione pubblica e partecipata da parte della Regione Lazio, che possa dunque avvenire nel rispetto della volontà popolare, un’ampia coalizione di cittadini e forze sindacali e politiche hanno depositato una proposta di legge regionale da sottoporre a referendum propositivo su “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”.
Più di venti delegati dei comuni laziali di Cassino, Pignataro Interamna (provicia di Frosinone) Pozzaglia, Toffia (provincia di Rieti) Agosta, Anguillara Sabazia, Castel Madama, Cave, Cerveteri, Ciampino, Fiano, Equo Marano, Riano, Sambuci, Velletri (provincia di Roma) Acquapendente, Canepina, Capranica, Caprarola, Castiglione in Teverina, Civita Castellana, Corchiano, Oriolo Romano, Sutri (provincia di Viterbo) ed altri che delibereranno nei prossimi giorni, depositeranno questa mattina alle ore 11,30 la suddetta proposta di legge presso la Corte di Appello di Roma, in via Romeo Romei. Le delibere approvate con la maggioranza dei due terzi, firmata da almeno 50.000 elettori del Lazio, dovranno essere discusse entro un anno dal Consiglio regionale, altrimenti si andrà al referendum. I sindaci saranno accompagnati dai rappresentati dei Comitati locali per l’acqua pubblica che hanno raccolto decine di migliaia di firme a sostegno della proposta di legge e che verranno consegnate nei prossimi giorni in Regione. Viene ribadito ancora una volta il pensiero dei cittadini: l’acqua è un bene comune. Alessia Forgione