Avete mai sentito parlare di Banksy, l’artista geniale che non si sa chi sia? Lo stesso caso lo possiamo ritrovare nell’ambito musicale con un artista dal successo innegabile e con un’identità misteriosa: Mirai No Hagaki. Ad oggi non sappiamo se si tratta di una donna o di un uomo, l’unica certezza in ambito musicale sono i suoi pezzi ambient usciti finora che sono il preludio dell’album in uscita il 25 agosto prossimo.
Il nome “Mirai No Hagaki” in giapponese significa “cartolina del futuro” ed è legato alla speranza dell’artista di comunicare un messaggio significativo per il futuro attraverso la sua arte. La parola “cartolina” rappresenta l’idea di condividere un messaggio o una visione con il mondo, similarmente all’invio di una cartolina a qualcuno per condividere pensieri o ricordi speciali. Il termine “futuro” indica un’aspirazione verso un mondo migliore, una prospettiva ottimistica e la volontà di influenzare positivamente il futuro attraverso l’arte.
Ciò che ha ispirato Mirai No Hagaki a creare musica ambient è stato il profondo desiderio di esplorare le emozioni e le atmosfere evocate attraverso il suono e le composizioni. La bellezza e l’infinità dello spazio esterno e la ricerca di momenti di connessione e pace interiore hanno alimentato la sua passione per questo genere. Il genere ambient consente la libertà di creare paesaggi sonori rilassanti, coinvolgenti e in grado di condurre l’ascoltatore in un viaggio sensoriale unico. L’intenzione dell’artista era di creare un legame tra l’atmosfera sonora dell’album e di ogni canzone e la singolarità delle stelle, trasmettendo un senso di meraviglia cosmica e di contemplazione attraverso la musica. Per creare l’atmosfera del suono di “Alioth”, gli elementi ambientali, come il fruscio del vento, il canto degli uccelli, le onde e il frinire dei grilli, sono stati registrati dal vivo. Di particolare rilievo è stato l’uso di sintetizzatori analogici e digitali per creare melodie eteree e pad di sottofondo. È proseguita anche la produzione di varie tessiture sonore, con oscillatori modulati ed effetti come riverbero e delay applicati per creare spazialità e profondità.
L’artista attraverso i propri canali stampa specifica « Una parte importante del processo creativo è stata sicuramente l’uso delle tecniche di layering, sovrapponendo diversi suoni per creare una maggiore complessità e un senso di profondità nella musica. Ho anche sperimentato con manipolazioni e trattamenti sonori, come la granulazione e la modulazione di frequenza, per ottenere effetti unici e evocativi. Complessivamente, l’obiettivo era creare un’atmosfera sonora rilassante e coinvolgente, in cui ogni suono contribuisse a trasportare gli ascoltatori in uno spazio emotivo e contemplativo». Per quanto riguarda il messaggio che vuole trasmettere attraverso questo album, Mirai No Hagaki è categorico «Quello di trovare un rifugio nella musica. Vorrei che questo album fosse un’oasi di tranquillità e serenità per chi lo ascolta, un invito a rallentare e a immergersi in un viaggio interiore. Attraverso le diverse tracce ambientali, spero che raggiungiate un senso di pace profonda, stimolando la riflessione e favorendo un’esperienza di connessione con voi stessi. Come un’ancora di salvezza: che sia per tutti. Un’esperienza musicale di conforto e ispirazione nel mondo frenetico in cui viviamo».
“Alioth” è un album davvero interessante, dotato di audio Dolby Atmos, che offre agli ascoltatori un’esperienza di ascolto più coinvolgente e realistica. Questa tecnologia crea un effetto tridimensionale in cui il suono si muove nello spazio e avvolge l’ascoltatore da tutte le direzioni. Questo crea un maggiore senso di profondità e spazialità, facendo sentire gli strumenti e l’ambiente musicale come se fossero fisicamente presenti intorno all’ascoltatore. In questo modo, Dolby Atmos amplifica l’esperienza emotiva e sensoriale di “Alioth“, consentendo una piena immersione nella musica e una maggiore comprensione dei dettagli e delle sfumature del suono. È come se amplificasse gli effetti terapeutici e rilassanti dell’album, come se si fosse entrati in una dimensione sonora completamente nuova.
Eleonora Francescucci