La brillante scrittrice Paola Gabrielli, alla presentazione del suo ultimo libro a Taormina, in conversazione con il critico Prof Maria Teresa Prestigiacomo, ci racconta un pò di se. L’evento è stato presentato nella splendida location del Modern Art Museum, Fondazione Mazzullo, un castello dei Principi di Villagonia, Duchi de Spuches, Duchi di Santo Stefano. Notevole successo di pubblico e di critica con molti intellettuali, poeti, pittori e fotografi provenienti da tutta l’Italia.
La copertina del suo libro incuriosisce molto il lettore, misteriosa com’è: quale input ha determinato questa scelta.
“L’immagine rappresenta il monumento dei fratelli Mazzone, Mario e Maria che si trova nel Cimitero monumentale delle Porte sante di Firenze. Lui morì come aviere durante la Seconda guerra mondiale; lei, un anno dopo, a pochi giorni dal matrimonio. La madre decise di ritrarli insieme nell’aldilà, lui in divisa e lei in abito da sposa. L’immagine è stata scelta perché ben rappresenta a livello simbolico il contenuto del romanzo: amore e morte, guerra e rinascita, oggi come ieri, durante la Seconda guerra mondiale.”
Anche il titolo incuriosisce ed intriga: come nasce.
“I sommersi e salvati riprende lo stesso dato da Primo Levi al suo saggio. E’ una scelta data a posteriori, come omaggio al grande scrittore neorealista; inoltre, nel testo ritornava sempre questo ritornello: E tu da che parte stai? I sommersi e i salvati. Da qui la scelta del titolo dato al romanzo: I sommersi e i salvati.”
La sua passione per l’arte, i suoi studi d’arte la conducono ad inserire, nel suo libro, un misterioso autore: Magritte, complesso ed affascinante…perchè proprio lui.
“Magritte mi ha scelto, un giorno, durante un corso di specializzazione sul colore. Mi ha chiamato e mi ha detto di scrivere di lui e di sua madre – come successe per Pirandello ne I sei personaggi in cerca d’autore; per Magritte era un modo per liberare la loro anima e portare luce sul mistero che avvolge la morte.”
Lei è affascinata da Pirandello ( la maschera ed il volto) e da altri autori e in particolare dalla psicoanalisi; cosa ha determinato queste sue scelte di campo.
“Pirandello mi ha sempre affascinato: prima durante gli studi liceali e poi all’università. Il tema del velatoritorna nella maschera pirandelliana, ma anche nell’opera di Magritte: Gli amanti, nella quale il drappo bianco rappresenta l’impossibilità di conoscersi realmente. Ma chi si è, se non Uno nessuno e centomila? La psicoanalisi invece mi ha sempre affascinato, perché mi ha offerto la possibilità di vedere la realtà da una diversa prospettiva.. Sono nati così i testi: l’Ombra di Omero e Il gatto di Omero.”
A quale personaggio è maggiormente legata.
“I personaggi sono Magritte, Marta, Helmut, Magdalena e Marcus. Sono particolarmente affezionata al personaggio di Marcus, l’altro da me, in quanto rappresenta la mia sfida, il superamento dell’ostacolo. Quali sono i suoi progetti futuri, in campo letterario o nella pittura, visto che è un’ artista poliedrica? Progetti futuri: sto scrivendo un testo che prosegue i due saggi l’Ombra di Omero e Il gatto di Omero; poi nella mente ho la trama di un nuovo romanzo, di sapore e passione, ma anche più di uno. In campo pittorico proseguo con la creazione ed esposizione dei mandala, l’ultimo dei quali rappresenta i simboli del mondo celtico. A ciò si aggiungano gli impegni musicali con la corale Claudio Monteverdi in cui canto.”
Ci congediamo dalla scrittrice, con la riflessione del critico d’arte e letterario Maria Teresa Prestigiacomo, sul dipinto di Magritte “La donna sul fiume”… e non possiamo non rileggere ancora una volta il libro, misteriosamente avvincente.