di Alberto Zei
Il quadro qui considerato come espressione figurativa d’insieme della mostra, è opera del pittore Stefano Angiolucci che propone in prima approssimazione a tutti gli osservatori una lineare rappresentazione paesaggistica, realizzata con tratti netti e colori vivaci. L’ opera consiste in un mare agitato visto da una spiaggia, tracciata nella parte bassa del dipinto. Si tratta quindi di una visione burrascosa del mare da cui le onde sollevano la bianca schiuma in primo piano, dove il pittore mette in evidenza un’ onda molto più marcata delle altre. Nella parte sottostante del quadro è dipinta la costa, ossia una spiaggia formata da una distesa appiattita come di sabbia con alcune rocce fuoriuscenti. Questo è il quadro così come appare nel suo significato reale, ben congegnato, ben strutturato, vivace nei colori e nei tratteggi delle figure.
Il piacere dell’approfondimento – Pur nella coerenza delle forme e degli insiemi che ritraggono il reale soggetto rappresentato nel quadro, e cioè il mare in tempesta che si riversa su una spiaggia, ad una più attenta osservazione dei particolari, queste stesse immagini esprimono il simbolismo di una seconda costruzione intellettuale e di un secondo significato. Ecco che allora le varie forme dipinte, dal punto di vista simbolico, conducono l’osservatore ad una altra conclusione come si trattasse di un’opera diversa da quella della prima impressione percepita. Infatti, attraverso la percezione che si ricava dalle stesse figure dell’ opera, si associa talvolta un ulteriore concetto; concetto che esprime, il mosaico del doppio significato dei medesimi tratteggi ed i medesimi assiemi del dipinto.
Il simbolismo – Entrando quindi nel simbolismo rappresentativo dell’opera, senza nulla togliere alla coerenza dei tratti cromatici delle onde che dal mare burrascoso si infrangono violentemente sulla riva, una di queste, la più grande, assume anche la forma simbolica di un’ ala nell’atto di sollevarsi sopra la tempesta. In basso al quadro vi è un litorale che sembra formato da sabbia bagnata e quindi immobile in quella sorta dell’ ”ultima spiaggia“ che apparentemente sembra non risentire di tanta violenza delle onde che si riversano sopra. Mentre una sola roccia marrone fuoriesce dal piano del litorale. Questa è stata tratteggiata nel dipinto con la realtà dei colori che raffigurano uno scoglio bagnato ma che esprime simbolicamente in modo altrettanto espressivo, anche la forma di un’altra grossa ala, forse di un’ aquila di cui si intravede una parte della testa. Ecco che questa ulteriore rappresentazione del medesimo quadro, senza nulla togliere alla semiotica dei soggetti pitturati, consente l’elaborazione intellettuale del simbolismo che l’opera contiene e che come tale esprime il sottostante significato. Si tratta delle emblematiche ali della salvezza che prescindono dalla difficoltà relativa ai luoghi della Terra o del mare da cui necessita uscire. Chiunque se lo vorrà, potrà trovarle per sollevare dal piattume della rassegnazione umana lo spirito finora indolente, sulle ali della speranza. L’indolenza umana rappresentata dall’inerzia e dalla uniformità della sabbia, si riferisce al “far niente”, ossia alla rassegnazione di fronte alle avversità subentrate ed emblematicamente raffigurate nel quadro dalla estrema agitazione delle acque del mare, prima tranquille.
La sintonia nell’ arte – Una espressione artistica di carattere soggettivo offre soltanto una risposta relativa alla qualità realizzativa dipinta, mentre il simbolismo nascosto nella configurazione d’insieme conferisce al quadro un valore aggiunto, talvolta di notevole spessore. Nell’ opera in questione l’ osservatore è messo in grado di immedesimare nella intrigante rappresentazione le proprie aspirazioni rimaste per qualche ragione, ancora immobilizzate. In altri termini ognuno guardando il quadro, potrà entrare in risonanza psichica con il dipinto, identificando nel simbolismo descritto le aspirazioni personali in attesa di attuazione. Spesso così avviene anche spontaneamente osservando un opera artistica attraverso la sintonia tra soggetto e oggetto ritratto. Ecco che nel quadro di Angiolucci, la forza della espressione visiva fa emergere la differenza tra il paludismo indifferenziato della rassegnazione con il potere della volontà di reagire. Talvolta, come in questo caso, la forza artistica di un opera è in grado di parlare in modo eloquente più di altre spiegazioni razionali.