Jakub Jan Groborz, in arte Jacomagic, incanta anche il Colosseo: il giovane 23enne polacco di Rybnik, ma ormai romano di adozione dall’età di sei anni, è un apprezzatissimo artista emergente nella Capitale con il suo repertorio di illusioni, magie e giochi di prestigio, capace di far sparire per un istante anche l’Anfiteatro Flavio…
“Ma solo per un istante – afferma sorridendo Jacomagic – perché, come diceva Beda il Venerabile nell’VIII secolo, finché esisterà il Colosseo esisterà anche Roma. E’ tra le sette meraviglie del mondo: la vera magia qui oggi non è la mia ma proprio quella del Colosseo perché incanta gli occhi di ogni visitatore”.
Ma se per Aristotele, l’energia della mente era l’essenza della vita, per Lord Byron il potere del pensiero è la magia della mente
“E’ infatti è proprio la frase che ho fatto mia: il pensiero ha un potere che va oltre ogni immaginazione. Come nella magia, dove tutto è straordinariamente connesso perché si incastrano alla perfezione elementi visibili e invisibili, realtà e illusione”.
Ma quando nata questa passione dentro?
“Questa passione nasce nel 2013, avevo proprio 13 anni, fino ad allora non conoscevo la magia, non mi era mai capitato di avere a che fare con questo mondo. Ebbi un giorno l’occasione di vedere un programma televisivo, una sorta di Got Talent della magia, dove c’erano in giuria quattro famosi maghi internazionali che giudicavano questi bravi emergenti illusionisti che si esibivano chi con le carte, chi con le sparizioni, chi con le grandi illusioni, chi con le monete. Iniziò questa mia passione proprio da quel giorno: rimasi estasiato da questo mondo incantato. Fui affascinato soprattutto da quella sensazione di stupore che i maghi sapevano trasmettere dal palco, a tal punto che sentii la voglia di trasmettere anche io la stessa cosa alle persone, perché è una sensazione bellissima, proprio quel non sapersi spiegare come possa accadere una cosa irreale ai nostri occhi. E’ davvero una sensazione bellissima perché permette anche di riflettere, di ragionare su come possa diventare possibile anche l’impossibile: ecco che la mente in quel momento inizia davvero a navigare, a pensare in ogni modo possibile per cercare di dare una spiegazione”.
E così da quel giorno iniziasti a studiare da maghetto come Harry Potter…
“Sì da allora ho iniziato a studiare sui libri e testi in materia, a fare tanta pratica, con i miei genitori che furono le mie prime cavie del cuore e mi davano dei consigli e degli incoraggiamenti e io ce la mettevo davvero tutta per migliorare e interpretare la magia secondo anche il mio pensiero. Io ero un ragazzino molto timido e proprio grazie alla magia e al fatto quindi di dovermi esibire inevitabilmente di fronte qualcuno che sono riuscito a vincere questa timidezza e a cambiare quindi in meglio il mio carattere”.
Hai nel cassetto una laurea in Filosofia ancora da spendere nel mondo del lavoro, sei nonostante la giovane età già un apprezzato e ed esperto numismatico, a questo punto la domanda sorge spontanea: la magia potrebbe diventare la tua vera professione?
“Se dovesse diventare un lavoro a tempo pieno ne sarei davvero molto contento, anche perché sono ormai dieci anni che la pratico ininterrottamente, mi alleno tutti i giorni, mi diverto sempre di più perché è un bellissimo mondo. Da scoprire ogni giorno, emozionandosi sempre come ogni spettatore. Sarebbe davvero bellissimo potersi esibire nei teatri e soprattutto in televisione”.
Hai sottolineato come ti alleni tutti i giorni: è quindi una disciplina che richiede impegno e grande applicazione oltre che una continua sperimentazione. Ma da dove prendi l’ispirazione per inventare cose nuove da presentare poi al tuo pubblico?
“L’ispirazione nasce sempre dai video di altri maghi o da conoscenze dirette dove ci mostriamo a vicenda i giochi di magia, cercando di modificare un gioco presentandolo in un altro modo più personalizzato. Rimanendo sempre aggiornati sui nuovi giochi di magia che escono preso le principali aziende mondiali del settore, ma anche qui cercando nuovi spunti ed idee su come utilizzarli in maniera diversa”.
Con gli amici, durante le serate insieme, come ti comporti per farli anche divertire?
“Mi ricordo quando c’era il compleanno di qualcuno non potevo presentarmi senza un mazzo di carte: è una parte di me voler intrattenere le persone facendole divertire. Trasmettere delle emozioni e leggerle nei loro occhi. Come c’è un’occasione non mi tiro indietro: anche adesso mentre stiamo parlando ho un mazzo di carte in tasca con me. Per il piacere di stupire e, perché no, regalare un sorriso alle persone. Che non costa nulla. E’ bello percepire lo stupore e l’emozione nelle persone”.
Ma quale è la definizione più corretta tra mago, illusionista, prestigiatore…
“Ognuna può andare bene anche perché ci sono varie branche della magia. Infatti c’è anche la figura del mentalist, che riguarda la lettura del pensiero, dove vengono dimostrate notevoli abilità mentali e intuitive giocando con le percezioni del pubblico”.
La tua illusione preferita per sorprendere il pubblico?
“Il gioco delle firme delle carte, dove una persona firma la carta da un lato e la tiene in tasca e un’altra persona prende un’altra carta, la firma da un lato e anche lui la mette in tasca. La firma della prima persona sparisce e riappare sul dorso della carta che sta tenendo in tasca la seconda persona. Ecco l’impossibile per la mente umana: come spiegare che la firma su una carta, che lo spettatore teneva gelosamente nella sua tasca, possa improvvisamente sparire per poi finire sulla carta dell’altra persona?”
Illusione o trucco?
“Giochiamo sulle aspettative, sulle emozioni e sullo stupore delle persone. Il trucco c’è sempre. La tecnica ovviamente è essenziale. Ma il mistero e il fascino della magia superano ogni razionalizzazione. La cosa che io ritengo più importante è la presentazione del gioco, riuscire a coinvolgere le persone a tal punto che non si accorgono di quello che starà da lì a poco per succedere ai loro occhi”.
In questi giorni dove possiamo venire ad ammirare le tue perfomances, dove tutto “non è più reale”?
“Se volete divertirvi, mentre vi gustate anche un buon drink, venite a trovarmi il venerdì e il sabato dalle ore 22 sia allo Shanti in via Albalonga a Re di Roma e sia a Latte Più House in via Gino Capponi, nel cuore del quartiere Alberone”.