AGI – La coesistenza e sovrapposizione dell’influenza stagionale con il SARS-CoV-2 è (ancora) fonte di preoccupazione per la maggior parte della popolazione italiana. Più di 6 italiani su 10, infatti, sono consapevoli della persistenza del virus SARS-CoV-2 e della sua potenziale ricomparsa con nuove varianti, mentre il 50% della popolazione teme che i virus influenzali abbiano acquisito una maggiore virulenza e contagiosità.
Mentre gli uomini guardano alla prossima stagione influenzale con un maggiore senso di ottimismo, il 66% delle donne esprime, invece, preoccupazione e ansia per la possibilità che anche quest’anno i virus siano particolarmente contagiosi per l’impatto che i virus influenzali e possibili nuove ondate di Covid-19 possano avere sulle abitudini quotidiane.
Viceversa, il 31,2% degli uomini e il 35% dei giovani sotto i 24 anni ritiene che il SARS-CoV-2 sia scomparso e non rappresenterà più una preoccupazione durante la prossima stagione influenzale. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, presentata, tra gli altri, da Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e da Giovanna Hotellier dell’istituto di ricerca Human Highway.
“La prossima stagione influenzale potrebbe essere considerata di media intensità, con un numero stimato di casi che potrebbe oscillare tra i 5-6 milioni“, afferma Pregliasco. “Oltre ai casi influenzali legati alla variante H1N1, si prevede una decina di milioni di casi di altri virus influenzali cosiddetti ‘cugini’, che possono causare sintomi simili all’influenza”. La loro diffusione dipenderà da diversi fattori, tra cui “i ceppi virali in circolazione, la loro novità e variazione rispetto agli anni precedenti, così come le condizioni meteorologiche e climatiche. Pertanto, è fondamentale rimanere flessibili nelle strategie di prevenzione, promuovendo la vaccinazione e adottando opportune misure di igiene”, consiglia il professore.
Assisteremo nuovamente a una compresenza dell’influenza e del SARS-CoV-2, una coesistenza che può rendere la gestione delle risorse sanitarie più complessa, soprattutto considerando la similarità dei sintomi. Per questo, il professore ricorda l’importanza della promozione alla vaccinazione antinfluenzale “come strategia di prevenzione, e di monitorare attentamente l’evoluzione sintomatologica e della situazione”. Rimanere, dunque, sempre in allerta, ricordando che, “anche se il SARS-CoV-2 può manifestarsi in molte forme diverse, il tampone resta lo strumento primario per riconoscerlo e rimane una malattia seria che registra dagli 8-10 mila morti a stagione. Proprio per questo non può essere equiparata a un’influenza comune”, prosegue.
Secondo l’indagine di Human Highway, la consapevolezza della persistenza del virus SARS-CoV-2 e della sua potenziale ricomparsa con nuove varianti aumenta con l’età. È bassa tra i giovani – maggiormente preoccupati dall’effetto che una nuova ondata pandemica potrebbe avere sulle loro abitudini e stile di vita, piuttosto che dal virus stesso – mentre tra gli over 65 quasi il 70% crede che il virus continuerà a presentarsi con nuove varianti nella prossima stagione influenzale. “La vaccinazione è una tutela non solo per se stessi, ma anche per coloro che sono più vulnerabili, quali bambini, anziani o persone con problemi di salute preesistenti”, afferma Pregliasco. “Mentre i giovani possono scegliere di vaccinarsi, per i soggetti fragili e gli anziani la vaccinazione diventa una raccomandazione stringente, quasi una necessità, poiché particolarmente a rischio di gravi complicazioni legate all’influenza.”
Nonostante siano in molti ad aver compreso l’importanza della vaccinazione, “ve ne sono altrettanti”, segnala Pregliasco, “che tuttavia credono che causi effetti collaterali spaventosi”. Per questo, “una maggiore coerenza tra le informazioni che vengono veicolate potrebbe comportare una maggiore consapevolezza dei rischi e una conoscenza più approfondita”.
Anche se in lieve calo rispetto al 2022, il desiderio di vaccinarsi contro l’influenza nella prossima stagione rimane alto, confermando un trend stabile rispetto al recente passato segnato dall’emergenza pandemica. Il 33% degli italiani ha l’intenzione di ricevere il vaccino antinfluenzale (- 5% rispetto al 2022), con una propensione particolarmente elevata tra gli over 65, con il 56,5% intenzionato a fare il vaccino, percentuale che resta inferiore agli obiettivi prefissati dal Ministero della Salute. Il principale motivo che spinge gli italiani a effettuare la vaccinazione antinfluenzale è la consuetudine, seguita dalla volontà di proteggere le persone vicine e di proteggersi dai bambini, più esposti ai virus.
Francesco Bellacqua