Gran finale per il Bellini International Context, che chiude la terza edizione proprio nel segno di quella ‘contestualizzazione’ che è la cifra distintiva del festival, promosso con grande successo dalla Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, in sinergia con importanti istituzioni culturali e artistiche dell’Isola. Viva la soddisfazione dell’assessore al Turismo Elvira Amata: “Ci accingiamo a chiudere la terza edizione del Bellini International Context che, anche quest’anno, ha riscosso un grande successo tra gli amanti della musica e dello spettacolo e che si conferma, ancora una volta, di altissimo pregio, non soltanto per la qualità della programmazione artistica e del suo cartellone offerto ai tanti appassionati del settore, ma anche per la particolare sinergia condivisa tra le Istituzioni culturali e musicali che ha rafforzato sempre più il valore concreto della visione di fare sistema. Continueremo anche per gli anni futuri a regalare le stesse emozioni che sono state particolarmente apprezzate anche dai tanti turisti che hanno assistito ai diversi appuntamenti”.
Protagonista del concerto conclusivo è, ancora una volta, la melodia del Cigno etneo, appunto contestualizzata e riletta con la sensibilità odierna dai suoi emuli e conterranei. Sette compositori isolani dei nostri giorni si producono in altrettanti voli pindarici sul pentagramma in cui la “malinconica musa” belliniana si rivela nella sua cifra “assoluta”, inscindibilmente connessa alla Madre Terra. È questo lo spirito dell’Omaggio dei Compositori di Sicilia a Vincenzo Bellini, evento che il Bic realizza in collaborazione con il Teatro Massimo Bellini, proponendo – in ordine di esecuzione – pagine di Giuseppe Emmanuele (Angolo via dei Crociferi), Mario Garuti (Così lontano, così vicino), Matteo Musumeci (Argentum Vivum), Joe Schittino (Nove percezioni), Elio Lo Presti (The Swan… the surreal, in prima assoluta), Luciano Maria Serra (Il giardino dei cigni), Giovanni Ferrauto (Bellini Reloaded. Reperti d’archeologia futuribile, nuova versione).
L’appuntamento è per giovedì 6 ottobre, alle ore 21, al Teatro Sangiorgi di Catania. In primo piano la pluripremiata Orchestra dell’ente lirico catanese; sul podio Elisabetta Maschio, nome di spicco in un panorama – quello direttoriale – tradizionalmente ad appannaggio maschile, tra le cui fila aumentano le signore della bacchetta. La locandina propone un percorso tra autori dal linguaggio avvincente e innovativo. Ma lasciamo la parola a loro, ai compositori che oggi raccolgono di Bellini un’eredità non solo musicale.
Per Giuseppe Emanuele: “Angolo via dei Crociferi è un tentativo di seguire un cammino che probabilmente il giovane Bellini ha intrapreso più volte. A duecento anni di distanza, nulla ci è dato di sapere. Eppure da quelle chiese, quei palazzi, quelle vie, quei muri trasudano ancora i vocii e i rumori di una Catania che possiamo solo immaginare. In assenza di filmati, foto o altro ancora, quale modo migliore se non la musica, per far volare la nostra fantasia e, con occhi chiusi, vedere una Catania che fu?”.
Spiega Mario Garuti: “Così lontano, così vicino è una Fantasia per orchestra sull’aria di Vincenzo Bellini Dolente immagine di Fille mia. Fantasia ‘impertinente’ divisibile in due parti. La prima ha come riferimento l’arrangiamento di Šostakovič di Tea for two, che si intercala poi a delle risonanze raveliane. Al centro una breve lettura ‘alternativa’ dell’aria belliniana per flauto e contrabbasso. La seconda parte è impostata su una mia idea melodica e da un finale alla Satie”. E sempre Garuti ci regala un acrostico sul nome Vincenzo: “Vento caldo / Immenso cielo / Notti colorano il silenzio / Che risuona di memorie / E i pensieri cantano / Nel ritmo di un respiro / Zefiro che fluttua / Oblio del tempo”.
Matteo Musumeci cattura nel suo opus 108 l’energia lunare dell’autore di Norma: “Argento Vivo come Vivo è sempre il nostro Bellini attraverso la sua musica. Argento Vivo, come Argentea è la luce della Luna. Argento Vivo, che non smette di vibrare come le sue immortali note. L’argento, il più nobile di tutti i metalli, nobile come il nostro Vincenzo. Argentum Vivum vuole omaggiare, con melodie semplici ed echi barocchi, il massimo esponente del belcanto, il Cigno argenteo, il nostro Bellini.”
Enigmatica la dedica di Joe Schittino: “Nove percezioni è l’anagramma di ‘Joe per Vincenzo’: e sullo scambio di note, durate, strumenti è basato questo breve poema sinfonico. Partitura scandita, nel corso di una serie di episodi, da stringhe ritmiche derivate da un antico segnale in codice a intermittenza, che veicola su piani sottili – e con lo spirito del divertissement – i titoli di opere belliniane ma anche alcuni nomi di misteriosi personaggi’.
Prima assoluta per The Swan…..the surreal. Così chiosa Elio Lo Presti: “Bellini a contatto con la nuova musica. A contatto con Ives, Bartok e Hindemith; con le sonorità confuse, aspre e a volte assordanti del moderno mondo espressivo. Dopo una sorta di fugato iniziale affidato ai soli archi e una dimensione espressiva in cui vengono impiegati i primi strumenti dei legni, si stagliano frammenti belliniani, subito messi in discussione da atteggiamenti ad essi estranei che li deformano, li sovrappongono e forse addirittura li ridicolizzano, dando vita ad immagini bizzarre, grottesche e surreali. Ma alla fine, dopo l’intervento del grosso dell’orchestra, la vera melodia belliniana, sebbene per pochi respiri, viene fuori”.
Come rivela Luciano Maria Serra: “Il mio omaggio a Vincenzo Bellini consiste nell’evocare gli umori e i profumi di una passeggiata all’interno del suo giardino catanese. La musica muove da un frammento belliniano e intraprende un percorso di luci ed ombre, metafora di una Sicilia tanto ricca quanto avara con i propri figli”.
Giovanni Ferrauto firma Bellini Reloaded. Reperti d’archeologia futuribile e si chiede: “Qual è per la musica d’oggi il senso della lezione belliniana? Che stimoli può fornire alle nuove generazioni? Bellini Reloaded è l’ipotesi fantascientifica di un futuro remoto, di un’umanità che ha consumato se stessa e i suoi valori nella sopraffazione indiscriminata, divenuta a tutti gli effetti lotta per la sopravvivenza. Fra le macerie di questa civiltà degradata, qualcuno rinviene qualcosa. Attraverso tecniche ipertecnologiche, si riesce ad isolare alcune cellule, a ricomporre alcuni frammenti. È Norma! Un manufatto di un uomo presumibilmente vissuto in una zona vulcanica situata all’incirca fra il trentasettesimo parallelo e il quattordicesimo meridiano. La potenza di quei suoni permea lentamente come un virus quel mondo restituendogli forse un barlume di luce e speranza”.
Il Bellini International Context, itinerante per un mese intero con grande successo, tra Catania, Messina e Palermo, suggella l’edizione 2023 nella città natale del compositore con un evento che esalta il valore della sua vena creativa e ne conferma la continuità.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento di posti. Per info: www.bellinicontext.it e www.visitsicily.info.