Valerio de Gioia, Magistrato Tribunale di Roma, specializzato in violenza domestica e di genere
Che ne pensa delle imminenti modifiche al Codice Rosso?
Il disegno di legge Roccella è un buon punto di partenza ma non basta. Occorre un coraggioso intervento legislativo volto, non solo ad arricchire e rafforzare l’impianto delle misure finalizzate a prevenire e reprimere la violenza di genere, tenendo in debita considerazione la particolare vulnerabilità delle vittime e gli specifici rischi di reiterazione, ma anche a tutelare la donna dal e nel processo. Sentire una vittima a distanza di anni significa far rivivere alla stessa gli eventi drammatici che ha precedentemente patito.
Perché alcune donne sono restie a denunciare?
È noto che le vittime di violenza hanno difficoltà a denunciare e a uscire dalla situazione di violenza, a causa delle promesse di chi agisce violenza, tese a relegare l’agito violento ad un episodio momentaneo, non destinato a replicarsi, situazione che induce la vittima a non manifestare all’esterno la situazione di violenza vissuta tra le mura domestiche.
A questo proposito, non più differibili sono le misure per contrastare il fenomeno della vittimizzazione secondaria che si realizza quando le stesse autorità chiamate e reprimere il fenomeno delle violenze, non riconoscendolo o sottovalutandolo, non adottano nei confronti della vittima le necessarie tutele per proteggerla da possibili condizionamenti e reiterazioni della violenza. Il diritto delle donne di vivere libere dalla violenza costituisce un “diritto umano” della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo) che rende non più accettabile il ritardo delle
istituzioni a fronte di tempestive denunce di violenza fisica, psicologica o anche semplicemente economica.
In questi termini, del testo, si è espresso lo stesso Grevio (Gruppo di esperte del Consiglio d’Europa incaricato di monitorare l’ attuazione della Convenzione di Istanbul da parte degli Stati membri che la hanno sottoscritta).
Quali interventi suggerisce?
Un intervento organico che aiuti concretamente le donne ad uscire dalla spirale della violenza e ad
avere maggiore fiducia nella Magistratura e nelle forze dell’Ordine.Condivido pienamente quanto affermato dalla On. le Martina Semenzato – Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere – secondo cui “le donne devono capire che hanno istituzioni cui fare riferimento per uscire da quei meccanismi tossici che spesso, sempre di più, sfociano in atti di violenza inauditi. Le donne devono avere autonomia e indipendenza, lavorative ed economiche, ma soprattutto
mentale”.