AGI – “L’attacco di Hamas è stato un genocidio che ha cambiato la nostra prospettiva, ci ha fatto capire che è come l’Isis, non è possibile conviverci. L’obiettivo strategico deve quindi essere la sua distruzione o la sua rimozione dal potere. Farlo è complicato, bisogna invadere la Striscia di Gaza. Agire ora è un problema perché se lo aspetta, sarebbe un grave errore muoversi in maniera frenetica, solo per cadere in una trappola ben congegnata: è cruciale sorprenderlo”.
È la convinzione espressa all’AGI dallo storico militare israeliano Dan Orbach, consapevole che “il prezzo di invadere Gaza sarà molto alto, ma si è capito che l’inazione ha un prezzo ancora più alto”. “Sono sicuro che il governo lo farà, ma c’è un problema difficile da risolvere: Hamas è molto ben preparato, si aspetta un’operazione di terra dopo una simile provocazione”, sottolinea.
Per Orbach, “la diplomazia è importante tanto quanto la guerra al fronte”: guardando ai Paesi arabi che hanno relazioni diplomatiche con Israele, “penso che la maggior parte di loro vogliono che Hamas venga rimosso perché prediligono la stabilità. D’altra parte, le loro opinioni pubbliche sono molto pro-palestinesi, e le immagini che arriveranno da Gaza alimenteranno manifestazioni”.
È probabile, secondo il professore della Hebrew University of Jerusalem, che “i regimi arabi faranno un gioco delicato, condanneranno Israele, magari raffredderanno anche le relazioni, ma non vorranno bruciare completamente i ponti”. “Penso – aggiunge – che aiuterà se diremo chiaro in anticipo che entriamo nella Striscia non per vendetta ma per rimuovere Hamas, infliggendo il minimo di sofferenza che possiamo, nel miglior interesse di tutti nel Medio Oriente, anche dei palestinesi sul lungo periodo”.
Orbach: l’Iran è pronto a sfruttare l’opportunità
“Hamas non ha bisogno di chiedere l’approvazione o il via libera dell’Iran per attaccare Israele perché sa quale è il piano generale della Repubblica islamica, quali sono gli obiettivi di massima, cosa vuole ottenere. E da parte sua Teheran è pronta a sfruttare le opportunità che arrivano“, ha spiegato Orbach. “Penso che ci sia un piano generale e che ora a Teheran stiano aspettando di vedere se le prime fasi avranno successo per decidere se attaccare da nord”.
A questo proposito, “sul fronte settentrionale”, al confine con il Libano, “c’è un’escalation ma non è chiaro se sono solo disordini o una guerra su vasta scala. Dobbiamo essere sicuri di essere pronti per lo scenario peggiore e tenere abbastanza riservisti al nord”. Orbach è convinto che “i piani non devono essere completamente coordinati per esistere: penso che l’Iran abbia un piano generale, non completamente concreto ma di cui conosce gli obiettivi di massima, cosa vuole ottenere, e sfrutta le opportunità che arrivano per raggiungerli. Hamas sa che Teheran vuole destabilizzare Israele, magari attaccarlo da vari fronti, bloccare un accordo con l’Arabia saudita. Hamas non ha bisogno di chiedere l’approvazione perché sa quale sia il piano, e l’Iran è pronto a rispondere qualora Hamas attacchi”.