Si conferma il taglio del cuneo fiscale e si accorpano le prime due aliquote Irpef.
– “Bilancio” è un’espressione che nella comunicazione politico-istituzionale è usata in converso a quella del senso comune dove il bilancio si fa alla fine. Nel gergo della politica parlata “il bilancio” invece consiste nell’attività di programmazione in cui si prevede dove si andrà a spendere. Lo stesso anche nel lessico amministrativo e d’impresa. Solo che qui si distingue da “bilancio preventivo” e “bilancio consuntivo”. In questa fase dell’anno quando si parla di “bilancio” si intende il cuore della politica che il governo della repubblica svolgerà nel corso dell’anno prossimo. Ed il contendere tra forze politiche riguarda una politica visibile ( quella delle grandi spese e dei grandi nodi tematici del paese ) ma anche quella della miriade di piccole spese ( quella per la quale ogni deputato chiede il suo e sulla soddisfazione dei desiderata si orienta nei suoi comportamenti in aula ). L’informazione per suo limite si occupa della prima. E anche giustamente, perché nella delineazione della gestione dei soldi si vede il criterio e la direzione del governo in carica –
In questo corso storico, quindi, il governo Meloni poggia su due colonne. La prima consiste nella conferma per un anno del taglio del cuneo fiscale. La seconda nell’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Insieme valgono quindici miliardi. Consistono nell’extradeficit. Ci sono anche gli sconti fiscali per le imprese che investono o assumono. C’è l’introduzione della global minimum tax. Si ritiene, con quest’ultima, di coprire parte della manovra.
Il criterio è concentrare su grandi priorità e non disperdere risorse. Quindi, misure per le pensioni, la famiglia, i lavoratori autonomi e il lavoro in generale. Sulle pensioni, c’è una rivalutazione per l’inflazione, con un aumento di tutte pensioni. Si introduce Quota 104 che sostituisce la Quota 103 per il pensionamento anticipato. Su Flax tax e Irpef ci sono dieci miliaardi destinati al rinnovo del 2024 del taglio del cuneo fiscale contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro).
È confermata la rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni di reddito Irpef. Vale solo per il 2024. Si riducono a tre gli scaglioni di reddito e le corrispondenti aliquote progressive di tassazione del reddito delle persone fisiche. Questo significa, ventitré per cento per i redditi fino a 28mila euro; trentacinque per cento per i redditi superiori a 28mila euro e fino a 50mila euro; quarantatré per cento per i redditi che superano 50mila euro. E poi ci sono le famiglie e i figli! Confermata la carta “dedicata a te”. Si tratta di seicento milioni di euro. Chiaramente sempre nel corso dell’anno che verrà. E nel corso dello stesso anno ci sono anche i mutui per prima casa di circa 380 milioni di euro. Altri duecento milioni (pochini) per il contributo caro energia e il bonus sociale elettricità. Sempre per la famiglia c’è un altro mese di congedo parentale che è retribuito al 60 per cento. Vale per i genitori con figli fino ai sei anni. Aumentato di centocinquanta milioni per il fondo bonus asilo nido e sarà gratuito a partire dal secondo figlio.
Diminuisce il canone Rai! Da novanta a settanta euro. La Rai avrà meno soldi. Da 440 a 420 milioni.
C’è anche la detassazione dei premi di produttività al 5 per cento, la decontribuzione per le donne lavoratrici con una quota di sgravio pari all’intera quota dei contributi a carico delle lavoratrici stesse. Vale se per un anno hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo.
E poi c’è l’annoso tema della Sanità! Tra le misure previste c’è l’indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa. Si potenzia l’assistenza territoriale con investimento di duecentocinquanta milioni, ma per il 2025. E altri trecentocinquanta milioni nel 2026. Con questi soldi si dovrebbe provvedere anche all’assunzione di nuovo personale.