“Non è un caso che per la prima edizione italiana di Forces of Fashion sia stata scelta una città come Roma, la culla della creatività. Ci teniamo a ribadire il messaggio di cultura e bellezza della moda, come dialogo capace di far germogliare idee, ma anche come settore che può aiutare le persone a continuare a credere nel futuro”. Queste le parole di Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, che ha dato inizio ai vari talk della giornata di sabato 21 ottobre presso l’Ex Mattatoio. Il primo è stato “Women in Italian Fashion”, un confronto tra Maria Grazia Chiuri, Direttrice Artistica delle collezioni donna Haute Couture, ready-to-wear ed accessori di Dior e Silvia Venturini Fendi, Direttrice Artistica accessori e collezioni uomo di Fendi, sul ruolo delle donne nella moda.
Silvia Venturini Fendi ha sottolineato l’importanza della “sorellanza” tra le donne all’interno della sua azienda: «L’abbigliamento femminile è ancora dettato dagli uomini e la narrazione va cambiata. Si pensa poi allo stilista come unico portavoce del brand, invece bisogna trasmettere l’idea che dietro c’è un team, spesso al femminile». Maria Grazia Chiuri ha ribadito infatti l’aspetto fondamentale della cooperazione nel lavoro: «Sentirsi parte di un progetto comune attraverso il proprio apporto è stato il più grande insegnamento che potessi ricevere quando lavoravo da Fendi ed è quello che ora cerco di trasmettere al mio team in Dior, proprio perché credo fortemente in un lavoro comunitario». Si è inoltre discusso del tema dell’artigianato femminile e del ricamo come un elemento identitario, di design e non come un mero elemento di decoro. La Moderatrice e Giornalista Silvia Schirinzi ha poi animato la riflessione sul tema della formazione all’interno del sistema moda. “Credo che ci debba essere una strettissima cooperazione tra formazione e lavoro, altrimenti si rischia di arrestare un sistema moda italiano che ha una filiera davvero importante” ha precisato la Direttrice Creativa di Fendi. Numerosi i giovani presenti all’evento, ai quali la Chiuri e la Fendi hanno consigliato di essere preparati, studiando e facendo esperienza, ma soprattutto di assecondare la propria passione, credere nel proprio operato e “godersi il viaggio”, lavorando ogni giorno a ciò che piace.
In alto da destra Maria Grazia Chiuri, Silvia Venturini Fendi e Silvia Schirinzi
Il secondo talk della giornata “First steps in to a global House” ha visto come protagonista Sabato De Sarno, Direttore Creativo di Gucci. “La parola che associo alla mia nuova direzione creativa in questa maison è opportunità, perché ciò che voglio fare è dare opportunità a chi lavora con me”. Umiltà, semplicità e genuinità sono le peculiarità che contraddistinguono De Sarno, il quale ama farsi chiamare semplicemente “Sabato”. “Lavorare per Valentino con Pierpaolo Piccioli mi ha formato moltissimo. Ad oggi non voglio costruire altri mondi, la moda è il mio unico mondo e voglio che le persone vedano Gucci come un posto in cui riconoscersi ed esprimersi”. Sabato sottolinea poi l’importanza dei legami e dei valori, da sempre il fulcro della sua vita. “Sono orgoglioso di essere il Direttore Creativo di una maison con dei valori in cui credo fermamente. Alla mia sfilata ho invitato le persone e non i personaggi, avere la mia famiglia, i miei amici lì che mi supportavano è stato davvero importante per me. Consiglio a voi ragazzi di lavorare in modo libero, essere voi stessi e divertirvi sempre”.
In alto Sabato De Sarno e Francesca Ragazzi. Foto: Ansa
“The Power of Image” è il titolo del talk tra Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo di Valentino e la Giornalista Concita De Gregorio. “L’immagine è più forte delle parole, la uso per raccontare ciò che sono, ciò che penso e che faccio. Quando la forma e la sostanza diventano una cosa sola, il lavoro è riuscito”. La mostra fotografica di Piccioli al Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina ne è la prova, i soggetti sono donne fotografate in monocolore, perché la monocromia è come il bianco e nero, permette di vedere tutto meglio. Il colore “pink” diventato il simbolo della maison, è legato a significati che sono mutati nel tempo, viene considerato da molti lo stereotipo della femminilità. In realtà nel 500 era un colore maschile, legato al potere e alla ricchezza. “Mi piaceva cambiare la percezione di un colore noto a tutti per un preciso significato, dandogli invece il senso del bianco e nero, quindi della profondità dell’immagine, togliendo la valenza di femminilità e dando quella di di potenza ed uguaglianza”. La moda è in grado di creare una versione migliore della realtà in cui viviamo, come il “terzo colore”. “Non è possibile creare nuovi colori, ma si può accostarli e mescolarli in maniera inedita ed originale. Credo quindi che la bellezza sia legata alla diversità e all’unicità, il mio lavoro è dare la mia visione di bellezza relativa ai tempi in cui viviamo”. Per Piccioli i giovani sono fonte d’ispirazione “riesco a guardare attraverso i loro occhi e questo mi permette di vedere le cose non per come le conosco io, ma per come dovrei vederle”. La moda è quindi libertà di fare, vedere e sperimentare. “Il progresso nasce sempre attraverso la rottura del consenso. Cercare consenso vuol dire adattarsi all’opinione degli altri”.
In alto Pierpaolo Piccioli e Concita De Gregorio
Alessia Di Domenico