AGI – I mercati sono deboli, contrastati e molto nervosi, per l’alto livello di pericolosità del conflitto in Medio Oriente e mentre il rendimento del Treasury decennale, vola sopra il 5% per la prima volta da 16 anni e poi frena al 4,8%. Il tasso dei buoni del Tesoro di riferimento ha raggiunto il 5,008%, mentre gli investitori scommettono che la Federal Reserve americana manterrà i tassi di interesse agli attuali livelli più a lungo.
In Asia la Borsa di Tokyo, dopo un leggero rialzo iniziale, è rapidamente tornata in rosso, sulla scia dei dati del Pmi del Giappone, che mostrano un’attività manifatturiera che si è contratta più del previsto a ottobre e un peggioramento della crescita del settore dei servizi. Leggermente in rialzo il listino di Sydney, nonostante i Pmi in Australia abbiano mostrato che sia l’attività manifatturiera, sia quella dei servizi sono rimaste in contrazione fino a ottobre.
Oggi in giornata c’è attesa per i Pmi in Europa e negli Usa, con il settore dei servizi statunitense che secondo gli analisti dovrebbe tornare in contrazione per la prima volta dal gennaio scorso. In ribasso Hong Kong e Seul per l’indebolimento dei tecnologici, a causa degli elevati rendimenti dei Treasury, mentre il listino di Shanghai avanza poiché gli stimoli forniti all’economia sembrerebbero cominciare a mostrare i primi frutti.
Intanto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi visiterà Washington questa settimana per preparare l’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello americano Joe Biden, che potrebbe tenersi a metà novembre a San Francisco. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti ben informate. Secondo le fonti, Wang Yi dovrebbe incontrare il segretario di Stato americano Antony Blinken.
A Wall Street e in Europa i future provano il rimbalzo, dopo che ieri I tre indici di New York hanno chiuso misti. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,58 e l’S&P lo 0,14% e il Nasdaq è avanzato dello 0,27%, spianando la strada ai titoli tecnologici in vista degli utili trimestrali delle big tech di questa settimana. Si comincia oggi con Microsoft e Alphabet, poi domani tocca a Meta Platforms e giovedì ad Amazon; queste aziende insieme ad Apple, Nvidia e Tesla, hanno rappresentato la maggior parte del 10% di guadagni dell’S&P 500 da inizio anno, e i mercati si augurano che possano riservare altre sorprese positive.
In arrivo in settimana anche i conti di Coca-Cola, General Motors, Merck e Ups. Sul fronte azionario, Chevron è scesa del 3,70%, dopo aver deciso di acquistare Hess Corporation per 53 miliardi di dollari. Ieri anche le Borse europee hanno chiuso contrastate, con Milano e Parigi in rialzo, Francoforte piatta e Londra negativa, mentre è sempre forte il timore di un’escalation della guerra in Medioriente e gli investitori restano in attesa degli appuntamenti macroeconomici in calendario nei prossimi giorni, in particolare la riunione di giovedì della Bce, che dovrebbe lasciare i tassi invariati, l’indice Ifo tedesco domani e, sempre giovedì, la prima lettura del Pil Usa del terzo trimestre, atteso in deciso rialzo. Sul mercato obbligazionario, lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi ha segnato 199 punti, rispetto ai 198 punti dell’apertura.
Livello comunque in calo dai 203 di venerdì, beneficiando parzialmente del giudizio di S&P che ha confermato il rating sull’Italia a ‘BBB’ con outlook stabile. Il dollaro ha frenato un po’ la sua corsa per sondare il livello di 150 yen, dal quale molti sospettano che la Banca del Giappone vorrà proteggersi con l’acquisto di yen sul mercato aperto. Oggi è leggermente in calo a 149,60 yen, mentre è in rialzo l’euro, che è tornato nettamente sopra 1,06, in vista della Bce.
Nel frattempo Israele martella Gaza e le sua forze di terra effettuano raid limitati contro uomini armati palestinesi, mentre truppe e carri armati israeliani si ammassano al confine con Gaza, ma non è chiaro quando potrebbero lanciare un’invasione di terra volta a sradicare Hamas. In assenza di una chiara escalation, i prezzi del petrolio hanno iniziato a scendere dai loro massimi e il Brent ieri ha perso oltre il 2%, arretrando sotto quota 90 dollari, per poi risalire in Asia sopra questa quota. Sempre in Asia i prezzi del Bitcoin sono saliti ai massimi da oltre un anno, fino a un massimo di 34.332 dollari, per la prospettiva di un fondo quotato in borsa basato sulla criptovaluta.
Intanto occorre tener presente che i rendimenti dei Treasury a più lunga scadenza sono saliti dopo che la Fed ha indicato nel cosiddetto dot plot della riunione di settembre che si aspettava un percorso più lento verso i tagli dei tassi di interesse nel 2024 e nel 2025. Da allora si sono succeduti diversi dati secondo i quali l’economia Usa va meglio del previsto e l’inflazione è piuttosto vischiosa, il che ha rafforzato l’aspettativa che la Fed manterrà i tassi più alti più a lungo. Poi anche Jerome Powell all’Economic Club di New York, Powell ha lasciato la porta aperta a ulteriori rialzi dei tassi quest’anno, pur rimarcando la necessità di muoversi con cautela, perché l’inflazione “è ancora troppo alta”.
Di qui la delusione del mercato, che ha riprezzato le future mosse della Fed, confermando che a novembre ci sarà una pausa sui tassi, mentre per dicembre si guarderanno i dati su inflazione e mercato del lavoro e poi si deciderà. “Al momento – commenta Vincenzo Bova, senior analist di Mps – il mercato è diviso a metà: 50 e 50 tra nuova pausa e rialzo. E la Fed per decidere di qui a dicembre ha a disposizione altri due dati sull’inflazione e altri due sul mercato del lavoro”.
Intanto Microsoft ha annunciato un investimento di 5 miliardi di dollari australiani (3,2 miliardi di dollari) in Australia incentrato sul cloud computing e sull’intelligenza artificiale. Il colosso della tecnologia lavorerà con l’agenzia di spionaggio informatica australiana, l’Australian Signals Directorate, su uno “scudo informatico” per proteggere il paese dalle minacce.