Articolo a cura di Ilaria Solazzo.
Lo scrittore Giovanni Ciao, medico nefrologo, oltre a curare il corpo e l’anima è l’autore del libro “Giorni alla finestra” edito dalla Bertoni Editore. Le parole delle sue poesie brillano di luce propria, lui stesso ha dichiarato pubblicamente “Scrivo poesie non per vivere, ma per sopravvivere”.
I suoi testi sono nati da esperienze di vita intense a cui si è aggrappato come fulcro per raggiungere un certo equilibrio.
Cosa è la vita? Noi siamo in questa terra provvisori, vicini o distanti alla morte. Spesso la sfioriamo e neanche ne siamo consci. Queste dichiarazioni vere fanno meditare soprattutto i più superficiali.
Giovanni Ciao è un uomo, un medico, uno scrittore, figure corrispondenti alla stessa persona, perché come diceva Pirandello siamo “Uno, nessuno e centomila”. Giovanni Ciao è innamorato dell’amore, di cui scrive intensamente, con passione. Le sue poesie d’amore sono dedicate a una donna meravigliosa, sua moglie Paola che ama profondamente. Padre, marito, medico amorevole, amante della lirica che canta con la stessa intensità della sua vita, ha tanti pregi e pochi difetti. Probabilmente molti di voi staranno pensando si tratti di una figura aliena, ma la verità è che oggigiorno coltivare i rapporti dovrebbe essere compito di ciascuno di noi, un impegno gravoso, ma che ci ripaga circondandoci di amore… Invece nel cuore della maggior parte della gente prevale l’odio e l’egoismo. Giovanni Ciao coltiva il seme dell’ amore con i pazienti, con la famiglia, con ogni persona che incrocia il suo cammino. Nell’aridità dei sentimenti attuali di cui il mondo purtroppo è pieno Giovanni rappresenta un’oasi di Dio. Leggere gli scritti di Giovanni Ciao arricchisce un po’ tutti. Lui è l’amico che molti di noi vorrebbero avere, dall’animo nobile e dai sentimenti profondi. Persona estremamente sensibile, che ha conservato la sua umanità, che non ha fatto del suo lavoro un abitudine, bensì un esperienza metafisica. Molti suoi colleghi hanno dimenticano l’umanità, si rapportano freddi, distanti, poco disponibili, arroganti, bruschi, in malattie che invece ne hanno bisogno di tanta, tanta umanità. Lui l’umanità non la dimentica, la scrive, la vive, la dona. Cosa dire ancora di questo scrittore straordinario? Leggetelo, amate ciò che scrive, ciò che dona a tutti noi, in un mondo cosi ostile, desertificato di sentimenti, di emozioni.
Intervista a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e scrittrice.
ILARIA: Qual è stata l’ispirazione dietro la tua opera letteraria dal titolo “Giorni alla finestra – diario di un’attesa”?
GIOVANNI: Si tratta di una raccolta di scritti vergati nello scorrere del 2020, anno particolarmente sofferto per la segregazione dovuta alla pandemia. Sono riflessioni, pensieri, poesie, se dir si voglia, dettate dal timore del distacco, dall’angoscia della malattia. Ma anche dalla mancanza improvvisa della possibilità di socializzare, stringere le mani. Abbracciarsi. Sono state sensazioni vissute da padre, marito, ma anche da medico, che ha reso il tutto sicuramente più cosciente e particolarmente doloroso.
ILARIA: Come mai hai scelto il genere ‘poetico’ come forma espressiva per comunicare con il mondo esterno?
GIOVANNI: La poesia mi lascia spazio per esprimere un mio sentire in maniera spontanea, quasi esplosiva, molto spesso direi inattesa. Il sentire un profumo, l’affiorare alla mente di un ricordo, il vedere una scena anche solo di quotidiana routine spesso mi forniscono il “la” per scrivere delle sensazioni che tutto ciò è in grado di evocarmi, senza ricercati manierismi.
Riesco così a raccontare, in modo sintetico, quello che, se usassi lo scrivere in prosa, mi toglierebbe il gusto e la semplicità dell’estemporaneità. Mi piace esprimermi in poesia, mi sembra un modo più genuino di comunicare; difficilmente chi fa poesia riesce a mentire e se lo fa, sicuramente viene, prima o poi, smascherato. E poi, un libro di poesie te lo puoi portare dietro e leggerlo quando vuoi, puoi riporlo e riaprirlo senza rischiare di perdere il segno. Puoi leggerlo e rileggerlo senza rischiare che ti annoi e ogni volta riesci a cogliere qualcosa di nuovo in una poesia che hai già letto. Questi ed altri vantaggi rispetto alla prosa.
ILARIA: Quali temi ed argomenti sono ricorrenti in questo tuo progetto editoriale firmato Bertoni Editore?
GIOVANNI: In “Giorni alla finestra” racconto principalmente della mia domesticità, spesso negata per i motivi contingenti di salute pubblica. Un quotidiano sperare in un ritorno ai miei affetti, al mio nido familiare. Probabilmente a quella che oggi amiamo chiamare: “comfort zone”.
Vi si può leggere il rammarico per gli abbracci negati e il timore del pericolo di perdere i propri affetti, ma anche la bellezza di continuare a vivere, anche se forzatamente, tra le pareti di stanze a me tanto care. E poi ci sono le finestre, questi occhi aperti sul mondo esterno. Un mondo che sembra non volerci più. E noi restiamo lì davanti, in attesa di una buona notizia, attendendo il postino che ci porti, finalmente, quella lettera che tanto aspettavamo. Quella dove c’è scritto: siete liberi, potete uscire, potete tornare a ridere insieme, a stringervi la mano, ad abbracciarvi. A non aver timore del contatto, che è così importante per l’essere umano. Siamo lì, in attesa.
Dovremmo dare il giusto valore ai momenti passati insieme, perché da un momento all’altro potrebbero esserci negati, per qualche mese, come ci è capitato, o per sempre, come potrebbe succedere a ognuno di noi.
ILARIA: Come definiresti il tuo stile poetico attuale?
GIOVANNI: Non saprei dare una definizione, ma sarei intimamente felice che i miei lettori, leggendo altri Autori, potessero dire: lo sai? Questo scrittore mi ricorda lo stile di Giovanni Ciao…
ILARIA: Quali scrittori e poeti del passato ti hanno ispirato per la realizzazione di “Giorni alla finestra”?
GIOVANNI: In realtà non penso di essermi rifatto ad altri scrittori. Ribadisco: il mio modo di scrivere, di esprimermi, riflette canoni strettamente personali, condivisibili o meno, ma che non penso essere riconducibili o affiancabili a quelli di altri autori.
ILARIA: Come ha avuto inizio, esattamente, il processo di scrittura del libro ‘Giorni alla finestra’? Puoi raccontare un momento o un luogo che ti ha ispirato a scrivere queste 188 pagine?
GIOVANNI: Con gli scritti presenti nella mia raccolta ho voluto tracciare una sorta di diario, come si dice anche nel sottotitolo. Sono riflessioni quasi quotidiane, scritte nei momenti un po’ più leggeri dell’anno 2020 o, al contrario, negli attimi di maggiore timore. Riflessioni nate durante i miei turni in ospedale, con la profonda paura di rimanere bloccato in reparto semmai fosse stato diagnosticato qualche caso di Covid, che non mi avrebbe permesso di tornare a casa, per chissà quanti giorni. O durante il viaggio di ritorno, con la voglia di riabbracciare mia moglie, i miei figli. O mentre si viveva la tragedia della morte e una morte solitaria, lontana dai propri affetti.
Ma anche nei momenti trascorsi nel mio giardino, lontano dalla città, pensando che, in realtà, la natura continuava a vivere e perpetuare il suo ciclo naturale a dispetto di tutto ciò che stava succedendo all’Uomo.
È stato un periodo che mi ha fatto ulteriormente riflettere sulla piccolezza del genere umano. E sul fatto che noi non siamo assolutamente necessari per la natura, anzi, le siamo di profondo nocumento.
ILARIA: In che modo hai scelto le parole e le immagini ‘poetiche’ presenti per comunicare le tue emozioni ai vari lettori?
GIOVANNI: Negli ultimi due libri che ho scritto ho gradualmente cambiato il mio modo espressivo, rispetto alla prima pubblicazione. Ho, come dire, alleggerito la mia capacità di comunicazione, sgravandola di modi di dire verosimilmente mutuati dalla scrittura dei primi del novecento, di cui molto mi piace leggere.
In questa ultima raccolta ho preferito una trasmissione più immediata, che subito evochi immagini e sentimenti al lettore; una scrittura più semplice, evitando comunque il pericolo della banalità. Mi piace pensare che chi mi legge riesca a calarsi da subito nel mio modo di vedere il mondo, nella presunzione e speranza che siano sensazioni universalmente condivisibili.
ILARIA: Qual era il tuo obiettivo principale mentre ti approcciavi a questo nuovo lavoro?
GIOVANNI: Lanciare un messaggio: godiamo di quello che abbiamo intorno e a noi vicino. Viviamoli ogni giorno i nostri affetti; l’essere umano ha necessità di vivere insieme, di abbracciarsi, di stringersi la mano, di parlare seduti a un tavolo. Di ridere e di condividere. Se qualcuno, qualcosa o noi stessi ci neghiamo tutto ciò, abbiamo finito di esistere.
ILARIA: Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
GIOVANNI: Difficile dirlo… Io donerei la voglia di sedersi ad un tavolo, rotondo, per potersi guardare l’uno l’altro in viso e avere l’umiltà di dire al nostro prossimo: dai, insegnami qualche altra cosa…
ILARIA: Un tuo sogno nel cassetto è…?
GIOVANNI: A 63 anni non ho grandi sogni. L’età, ormai, mi fa dormire poco… Preferisco vivere, da sveglio, il mio presente, che ancora è per me motivo di esistenza.
E, come scritto su “Giorni alla finestra”, rivolto alla mia, da sempre, compagna di Vita:
“Che se poi
tutto questo sarà un sogno
è perché si è soli.
Quando si sogna in due quello, amore mio
È realtà”
Descrizione libro
Apostrofi del cuore, le persiane sempre aperte dell’autore durante questi suoi giorni alla finestra ognora spalancata, dei quali Giovanni va a narrarci il ritmo battente della vita, anche del naturale «restarsi al tavolo, un piatto e due forchette» nel disinteresse della gente estranea intorno… o il mare che da sempre c’è come «la tua mano, il tuo sorriso, il tuo guardarmi»… perché l’amore vero è vigoroso, coraggioso, leale e generoso. Di tutto questo, in un libro, Giovanni ci ha donato un’armoniosa magia: una poesia descrittiva che è un vero e proprio panorama di emozioni. La poesia come azione diretta, intensa e necessaria a vergare l’unicità delle amanti voci «che d’improvviso dicono la stessa parola / nello stesso tempo / con lo stesso tono / e ci sorprendiamo ancora / nel sorriderci indosso». (dalla prefazione di Costanza Bondi)
WOMEN @ WORK
Link per acquistare il libro direttamente dalla casa editrice
https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/1014-giorni-alla-finestra.html
“In tanti anni di onorata professione ancora sto cercando la giusta terapia per l’ipocrisia, per la carenza di compassione. E per tutti quegli strani effetti avversi di un’altra endovena di questo nostro folle amore”, Giovanni Ciao.
Dove poter acquistare il libro on-line…
https://www.ibs.it/giorni-alla-finestra-diario-di-libro-giovanni-ciao/e/9788855355339