Durante la notte, gli aerei israeliani hanno condotto un massiccio attacco su circa 150 obiettivi sotterranei nel nord della Striscia di Gaza, eliminando numerosi miliziani di Hamas e distruggendo tunnel e altre infrastrutture terroristiche, come riportato dall’esercito israeliano. Il bombardamento, descritto dagli abitanti di Gaza come il più intenso dall’inizio del conflitto, non ha provocato vittime tra i militari israeliani. L’attacco ha colpito una rete di tunnel sotterranei, utilizzati dai combattenti di Hamas per trasportare armi e spostare ostaggi.
L’aviazione israeliana ha mostrato una mappa con gli obiettivi colpiti, che includono località come North Gaza, Deir Al-Balah, Gaza City e l’area a sud di Khan Younis, vicino al confine con l’Egitto. Nel frattempo, Hamas ha confermato che stanno avvenendo intensi scontri a terra tra i suoi miliziani e le truppe israeliane a Beit Hanoun e al-Boureij, mentre l’esercito israeliano ha confermato la presenza di forze all’interno della Striscia di Gaza.
Le comunicazioni nella Striscia sono state interrotte, rendendo impossibile per organizzazioni umanitarie come la Mezzaluna Rossa e Medici Senza Frontiere mantenere i contatti con il loro personale sul campo. Hamas ha lanciato razzi contro Israele in risposta all’offensiva aerea, mentre a New York l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che chiede una “tregua umanitaria immediata e duratura”, accolta favorevolmente da Hamas, ma respinta da Israele.
Le richieste di cessate il fuoco hanno trovato eco in diverse manifestazioni globali, dove comunità di ebrei e musulmani hanno marciato insieme per chiedere la fine delle violenze. A Gaza, tuttavia, la situazione resta critica, con oltre 7.000 persone uccise nei bombardamenti israeliani dal 7 ottobre, secondo il Ministero della Salute gestito da Hamas. Le organizzazioni internazionali hanno denunciato la scarsità di aiuti umanitari, con solo 84 camion di aiuti entrati nella Striscia, contro i 100 al giorno necessari secondo l’ONU.
Nel frattempo, a livello diplomatico, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di difendersi, esortando tutti i Paesi, in particolare i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a condannare gli attacchi di Hamas. Tuttavia, secondo fonti di Hamas, non ci sarebbero attualmente negoziati in corso per un cessate il fuoco o uno scambio di prigionieri, nonostante precedenti tentativi di mediazione.
F.B.