Si può fare la guerra anche con le parole, le petizioni di principio, il riconoscimento di schieramenti ancora in essere ma pronti a dispiegare la loro geometrica potenza. È quanto ha voluto dimostrare il ministro della Difesa russo parlando in un’occasione pubblica internazionale in Cina. Sergei Shoigu ha accusato l’Occidente di suprematismo. In altre parole, quelle più direttamente enunciate dal ministro, si ritiene che in Occidente si intenda infliggere una “sconfitta strategica” a Mosca. Lo ha detto il 30 ottobre al Decimo Forum Xiangshan di Pechino.
Il percorso è quello già conosciuto della “guerra ibrida”. Un pericolo paventato di cui i due conflitti in corso sono la chiara espressione. Sempre Shoigu ha quindi esaltato il valore delle relazioni Russia-Cina. Si tratterebbe così di un vero e proprio modello di difesa e rilancio di un mondo (che di per sé non esiste avendo al suo interno differenze siderali). L’ha battezzato come vero esempio per il mondo. (Il richiamo evidente è a tutto il mondo islamico che di per sé è tutto fuorché un’idea unitaria di mondo e di sacra alleanza, dovrebbe però riconoscere nella stentata identità russo-cinese un nuovo modello a cui riferirsi). L’esemplarità forse a cui allude sta nel fatto che gli ex mercenari del gruppo Wagner si sono uniti al battaglione Akhmat della Cecenia impegnato nella guerra in Ucraina.
Ma subito dopo, da vero uomo d’affari, Shoigu passa alla proposta: “La Russia pronta a discutere su basi realistiche”. La Russia sarebbe pronta a discutere la soluzione postbellica della crisi ucraina e l’ulteriore coesistenza con l’Occidente. Ha detto infatti: “se si creeranno le condizioni necessarie, siamo pronti a discutere politicamente sia la soluzione postbellica della crisi ucraina sia i parametri di un’ulteriore coesistenza con l’Occidente su una base realistica”.
Sempre Shoigu rincara: “allo stesso tempo, è importante garantire relazioni paritarie tra tutte le potenze nucleari, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che hanno una responsabilità speciale nel garantire la pace e la stabilità globale”. L’idea che sottende alla proposta è questa: “la formazione di un ordine mondiale equo e multipolare richiede un rinnovamento e una maggiore stabilità dell’architettura di sicurezza internazionale. Tutti i Paesi interessati dovranno unire gli sforzi a tal fine”.