Ottobre che attenua le preoccupazioni degli esperti. Almeno secondo la versione dell’Istat che ieri ha pubblicato il suo rendiconto degli andamenti nell’economia reale. Secondo questa versione dell’andamento degli scambi economici c’è un netto calo: quantizzabile in numeri a +1,8%. Va anche ricordato che non si registrava da luglio 2021 quando si attestava a +1,9%. Ma esce da questa linea di continuità il fatto che a settembre si attestava a +5,3%.
Gli esperti danno come dato la diminuzione è dello 0,1% su base mensile. Le cause di tutto questo dovrebbero riferirsi all’andamento dei prezzi dei beni energetici. Sono in calo come tendenza a crescere se si guarda alla rilevazione di ottobre 2022. Eppure in quel tempo si attestavano forti aumenti dei prezzi. Ma il ridimensionamento del rincaro è dovuto, oltre al fatto che la spinta ad aumentare il costo dei beni deve pur placarsi pena l’insolvenza dei produttori di beni e servizi. La dinamica dei prezzi dei beni alimentari, ad esempio, è andata da +7,7% a +5%.
Fatti tutti i dovuti calcoli l’inflazione in questo anno, quella almeno registrata sul costo dei beni di consumo, si attesta al 5,7%. Gli economisti guardano anche a una componente di fondo e quella è pari a +5,1%. Sempre guardando al costo della vita reale, i prezzi del carrello della spesa rallentano la spinta agli aumenti passando da da +8,1% a +6,3%. Sono registrati in questa speciale classificazione anche i “prodotti ad alta frequenza d’acquisto”. Questi calano da un aumento di prezzi al +6,6% al +5,6%.