Milano divisa in due. No, non è il derby quello che ieri 4 novembre si è celebrato nella “capitale morale” d’Italia bensì la passione verso la divisione che c’è tra le genti del nostro paese. Due manifestazioni a Milano su due tesi contrapposte. La Lega con Israele, la sinistra per la Palestina. La divisione è schematica perché il quadro delle separazioni, a destra e a sinistra, è assai più variegato. Infatti a destra c’è un pensiero pro israele e un altro contro. Lo stesso a sinistra. Quindi avrebbe più senso logico due manifestazioni contrapposte ma frequentate ciascuna da destra e sinistra. Ma questo non è possibile. Nel paese dei guelfi e dei ghibellini il sentirsi parte è ancor più forte del ritenere.
Il buono è che non ci sono stati incidenti – è chiaro avrebbero potuto trovarsi allo scontro colleghi dello stesso partito o schieramento e questo non sarebbe stato bello. Giuseppe Sala, il sindaco, ci ha tenuto a presentarsi come il garante del libero dibattito con l’evidenziazione di come tutto a Milano proceda con regolarità, senza estremismi sudisti – diremmo noi.
I sostenitori di Israele stavano a largo Cairoli. “In difesa dell’Occidente, dei diritti, della sicurezza, della pace e delle libertà” – le parole d’ordine. La “piazza senza bandiere, pacifica e aperta a tutti” – come specificato nell’indizione della manifestazione, ha dato quindi modo a tutti coloro che aderivano alle motivazioni di partecipare tranquillamente. Altra parola d’ordine ribadita: “Israele ha diritto a esistere senza se e senza ma, obiettivo finale è due popoli e due stati che vivano senza bunker e allarmi antiaerei”. Non poteva mancare anche il messaggio dell’ambasciatore di Israele in Italia.
A favore della Palestina, invece, in piazza Oberdan. Non troppo lontano dalla pizza pro-Israele. Erano organizzati dall’associazione Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale. Stigmatizzazione a corso Venezia sulla statua di Indro Montanelli lasciata con striscioni non troppo liberali e pluralisti. Si legge infatti: “Stop colonialism, Free Palestina”. Fumo a corso Monforte e una scritta sulla strada che inneggia alla fine della guerra. Altri fumogeni in largo Augusto dove è stata deposta la scritta su un drappo con su scritto Confindustria stop business. Si giustifica col fatto che nelle vicinanze c’è la sede Assolombarda.