Il video sta facendo il giro dei Social. I più si dicono indignati per il comportamento inadeguato alla funzione rivestita da Maurizio Gasparri nelle vesti di giudice del lavoro giornalistico svolto da Sigfrido Ranucci nella conduzione di Report. I più sono naturalmente solidali anche col giornalista avendone apprezzato come lavorava gli esponenti politici presi a bersaglio dalle domande e dalle telecamere dell’esperto cronista.
Nessuno però si chiede del motivo per cui Maurizio Gasparri abbia mostrato il volto così irridente mostrando la carota e invitando il giornalista a bere un po’ di cognac. Da copione il parlamentare di Forza Italia voleva sarcasticamente rassicurare il giornalista chiarendo che non c’era alcun tribunale inquisitorio nei suoi confronti. Ma ancor più ha voluta gettare in burla una messinscena che, in definitiva, va solo a vantaggio del cronista Ranucci. Sì, perché lui potrà esser confermato come il giornalista scomodo che il potere politico, nelle vesti della Santa Inquisizione, mette sotto processo. Maurizio Gasparri ha smontato questa messinscena. Quando si parlerà della messa sotto stato di accusa della libera informazione giornalistica chiunque potrà ricordare: “ah sì! Quella volta che Gasparri gli ha offerto da bere e come fosse il coniglio Bugs Bunny gli ha offerto una carota” … Ai più giovani si porta a conoscenza le caratteristiche del personaggio immaginario Bugs Bunny. Trattasi di un coniglio che parla e pensa come un uomo, impertinente e dispettoso. Ma la carota si dà anche al cavallo come compenso della buona corsa effettuata. Il cognac, invece, a fine giornata a ristoro delle occupazioni e delle apprensioni date nella vita ordinaria.
Nell’atteggiamento apparentemente guascone di Maurizio Gasparri sussistono dei simbolismi molto precisi.
Gasparri tratta Ranucci come il servitore che ha svolto il suo lavoro ordinato dai suoi committenti, lo ha fatto senza scrupoli, muovendosi in modo disinvolto e autoreferenziale. Come se si muovesse spinto da una sua forza. Ma la forza gliela dava il suo committente: innanzitutto la Rai, certamente. Ma soprattutto i giochi della politica che continuano le loro contese là dove il dibattito e le contumelie non possono arrivare. E allora se con l’avversario, sia interno al proprio partito che nell’altro schieramento, non posso toccare certi tasti per questioni di à plomb allora si utilizzano altri mezzi. Armo lo strumento mediatico. Vado dall’emittente da battaglia più affermata e gli metto a disposizione le armi per distruggere il personaggio di turno. Chiaramente nel servizio saranno tutelati le fonti da cui arrivano le notizie. Tutto apparirà come una vera e propria inchiesta. Il giornalista ricerca su una determinata problematica e, guarda caso, incorre nello smascheramento del politico di turno. In tal senso Ranucci sarebbe “il garzone mandato dal fornaio ad incassare i sospesi” (cit. Apocalipse Now). Solo che forse è arrivato il giorno di fermare questo gioco.
Maurizio Gasparri a nome di una cultura del liberalismo e del garantismo ringrazia, dà il regalo per il lavoro ben svolto e saluta. Ma non sappiamo ancora se veramente andrà così.