L’intelligenza artificiale dovrebbe astenersi dall’atto creativo puro: quello finalizzato a trovare soluzioni inusitate che sorprendono e segnano nella memoria un ricordo negli anni. E invece l’esercizio di stile della moda culturale dei nostri giorni non poteva astenersi dal mettere mano a ciò che è laicamente sacro: il bello e il senso del sublime. Se è l’arte la produzione deputata a produrlo non si capisce perché debba essere consegnato a una qualsiasi capacità riproduttiva e semplicemente combinatoria.
Succede così che dalla voce di John Lennon registrata nel 1978 – otto anni dopo lo scioglimento definitivo dei Beatles – si produca qualcosa che avrebbe potuto essere una sua e una loro produzione, ma non lo è. Questo brano, Now and Then, fa il giro delle radio. Anche Linus su Radio DJ dice serenamente che se ne sarebbe potuto fare a meno ma considerando il trend non si può non proporlo.
La domanda da affidare all’intelligenza artificiale potrebbe essere la stima su quanto durerà questa moda del falso inedito. Falso, perché i Beatles non hanno mai prodotto questo brano. Si tratta di una canzone melense e scadente, del tutto al di sotto degli standard qualitativi del quartetto di Liverpool.
Si è parlato di “resurrezione artificiale”. Artificiale, perché realizzato dall’intelligenza artificiale. Resurrezione, perché due elementi dei Beatles sono morti e il gruppo non esiste più da cinquantatré anni. A tutti i gruppi musicali succede di avere degli scampoli di registrazioni, pezzi di assolo, intonazioni dove si cerca la nuova melodia senza trovarla. Quando questi gruppi restano come leggendari nella Storia della musica esce fuori qualche intelligenza rara che specula sul materiale scarso ritrovato per tirarne fuori una nuova produzione. Se il musicista avesse avuto un’idea che minimamente funzionava l’avrebbe prodotta in vita. Non avrebbe aspettato di morire per dare possibilità a qualche furbo di inventare un nuovo business con la sua musica.
Il percorso raccontato parla chiaro. La cassetta era considerata “fottuta spazzatura” da George Harrison. Registrata da John Lennon su una cassetta, in modo inspiegabilmente amatoriale per un musicista di questa portata, sarebbe dovuta essere spedita a Paul Mc Cartney per una ipotetica reunion. Una delle tante, di cui di tanto in tanto si parlava.
Un anno fa si è pensato che potesse essere salvata estraendo le voci, grazie all’intelligenza artificiale. Pare quindi che Paul Mc Cartney e Ringo Starr ci abbiano lavorato su per arrangiarla. Patetica la video clip comminata. Ma è l’adeguato coronamento di questa operazione di puro business e artificiosità dell’intelletto musicale. I Beatles non se lo meritavano.