Secondo un sondaggio condotto da YouTrend/Quorum per il progetto NET-HEALTH “Sanità in rete 2030”, presentato da LS Cube, il 69% degli italiani non riscontra particolari difficoltà nel contattare il proprio medico di base, ma lo stesso 69% è molto preoccupato di non potersi permettere cure adeguate in caso di necessità. Questa preoccupazione è condivisa dall’85% dei parlamentari, che ritengono che il diritto alla salute non sia garantito a tutti i cittadini. Al contrario, il 77% dei consiglieri regionali ha una visione opposta, ritenendo che il diritto sia garantito.
Il sondaggio ha evidenziato le disuguaglianze nell’accesso alle cure sul territorio nazionale, ponendo in luce temi come l’efficienza organizzativa, gli investimenti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la digitalizzazione come sfide cruciali per la sanità del futuro. Tra le possibili soluzioni proposte, il 69% dei consiglieri regionali e il 65% dei cittadini invocano maggiori controlli e trasparenza nella gestione regionale della sanità, mentre il 60% dei parlamentari auspica una centralizzazione delle competenze a livello statale.
Per quanto riguarda le priorità di intervento, i cittadini identificano la prevenzione (30%) e il potenziamento della medicina territoriale (32%) come ambiti chiave, mentre i parlamentari (69%) privilegiano la medicina territoriale e i consiglieri regionali (50%) la prevenzione.
Sul fronte dei fondi destinati alla sanità, la maggioranza dei partecipanti al sondaggio non ritiene che siano carenti, ma piuttosto mal gestiti. Questa opinione è condivisa dal 54% dei parlamentari, dal 61% dei consiglieri regionali e dal 59% dei cittadini. Le principali difficoltà nell’utilizzo dei fondi del PNRR, secondo il 57% dei consiglieri, derivano dalla burocrazia, mentre per il 41% dei parlamentari la maggiore criticità è la mancanza di supporto tecnico locale.
Cresce inoltre il ricorso alla sanità privata a causa dei tagli ai servizi pubblici: il 75% dei cittadini, l’88% dei parlamentari e il 100% dei consiglieri regionali ritengono che sempre più persone si rivolgano al settore privato per ottenere cure di qualità in tempi ragionevoli.
Per quanto riguarda la digitalizzazione del SSN, c’è una netta differenza di percezione: mentre il 95% dei parlamentari e il 94% dei consiglieri regionali sono convinti che essa garantirà un accesso più equo alle cure, solo il 45% dei cittadini condivide questa opinione, con il 43% che teme un aumento delle disuguaglianze.
Infine, il tema della condivisione dei dati sanitari solleva preoccupazioni. Il 59% dei cittadini si oppone alla condivisione dei propri dati a fini commerciali o altruistici, evidenziando la necessità di una regolamentazione chiara e a tutela degli utenti.
Il progetto NET-HEALTH, supportato da partner scientifici come l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e l’Osservatorio sul Welfare della LUISS Business School, mira a fornire soluzioni tecnico-giuridiche per un sistema sanitario più sostenibile e universalistico. Rosanna Sovani, partner di LS Cube, ha spiegato che l’obiettivo è dare voce agli attori del sistema sanitario e contribuire all’elaborazione di politiche efficaci per il futuro della sanità in Italia.
F.B.