L’obiettivo è sempre liberare decine di donne e bambini tenuti in ostaggio. Gaza, come sempre, il teatro di questa trattativa. La posta sarebbero cinque giorni di armistizio. Secondo questo tavolo di scambio tra le parti si dovrebbe essere prossimi al rilascio di ostaggi. A dirlo però è anche Jon Finer secondo cui si è prossimi all’accordo. il vice consigliere alla sicurezza nazionale americana in un’intervista a Cbs ha anche detto che “siamo più vicini a un accordo con Hamas sugli ostaggi. L’intesa ancora non c’è ma le differenze sono diminuite”.
Davanti la schiarita è irresistibile la candidatura della Francia ad apparire come prima della classe. Macron ha infatti detto che la Francia può ospitare bimbi di Gaza nei suoi ospedali. Con una premessa: “se è utile e necessario”. (Premessa che qualche dubbio lo insinua perché è chiaro quanto sia utile e necessario, se il presidente francese ha l’esigenza di chiarirlo pare voglia fare due passi indietro dopo il passo in avanti).
Nel frattempo le forze militari israeliane si muovono come sanno. Il battagliano israeliano nel quale fanno parte anche donne, lavora dentro la Striscia di Gaza. A dirlo il portavoce militare. Obiettivo, in questo caso, sempre quello di trovare i depositi di armi di Hamas.
Ma nel frattempo si alimentano altre fonti di tensione. Innanzitutto l’Iran. Non è piaciuta ad Israele sulla nave sequestrata dagli Huthi alleati dell’Iran. Netanyahu ha fatto subito sapere come la pensa: “Condanniamo con forza questo atto contro un mercantile internazionale”. Ma ha anche chiarito che sull’equipaggio non ci sono israeliani ed ha confermato la proprietà è britannica.
A Nord c’è la postazione dell’artiglieria israeliana in Alta Galilea, al confine con il Libano, dove cresce la tensione con Hezbollah. Ed è anche questa definita da tutti gli osservatori internazionali come “una polveriera pronta a esplodere”.