Col cinquantasei per cento dei voti Milei ha battuto, con undici punti di vantaggio, Massa al ballottaggio. Le foto del nuovo presidente argentino pare dicano tutto di lui. Viscerale, liberista ad oltranza, vuole fare un gran pacco della struttura statale argentina per affondarla e dedicarsi totalmente all’egida del mercato. Si dice ammiratore di Donald Trump, ma l’ex presidente degli States appare come la sua versione moderata.
Massa, ministro dell’Economia uscente, riconosce la sconfitta risparmiandosi l’umiliazione della passerella dell’avversario vincente con ostentazione dei suoi dati. Gran festa della nuova maggioranza che si è riversata al centro di Buenos Aires per osannare il nuovo leader. La parola d’ordine è fuggire via da “cento anni di decadenza”.
È lo stesso Midei che adotta questa espressione nel suo discorso di primissima investitura davanti alla società che l’ha eletto. Sono le ore 22,30 in Argentina (in Italia sarebbero le due e mezza di notte) e dopo i vari “viva la libertà” dice: “oggi inizia la fine della decadenza”. Non si prevedono mezze misure. E ancora: “finisce il modello dello Stato onnipresente, che causa povertà e che benefica solo alcuni mentre la maggioranza degli argentini soffre. Inizia la ricostruzione del Paese”.
Non potevano mancare le congratulazioni di Donald Trump: “Sono molto orgoglioso di te. Cambierai completamente il tuo Paese e renderai l’Argentina di nuovo grande” – ha detto l’ex presidente sulla sua piattaforma Truth Social.
IL sogno di Milei è trasformare l’Argentina in una grande potenza mondiale. “In piedi l’Argentina – ha detto Milei – e tra 25 anni saremo una potenza mondiale, la faremo finita col modello peronista che ha impoverito il Paese”. Sono le parole del primo discorso. Miliei ha intercettato perfettamente la voglia di riscatto degli argentini, ha fatto leva sull’orgoglio di nazione. Un paese in ginocchio e in collera col governo di Alberto Fernandez accusato di aver portato il paese al 140% di inflazione e il 40% di povertà. Scandali e corruzione come nota ricorrente. Anche Milei ha iniziato dalla televisione. Come polemista televisivo le sue intemerate contro “la casta politica corrotta” hanno fatto leva sulla popolazione, così come le parole d’ordine antisistema. Si definisce la sua fisionomia politica come radicalismo libertario. È arrivato a dirsi favorevole alla compravendita di organi e alla creazione di un mercato delle adozioni. Vuole liberalizzare la vendita di armi. Altro tema è quello della distruzione della Banca centrale ed è il tema che resta il pilastro della sua campagna elettorale. Non si definisce di ultradestra ma accanto a sé ha chiamato Victoria Villaruel, avvocata che ha difeso militari che si sono fatti artefici di delitti contro l’umanità. Ha aderito alla Carta di Madrid, vergata da Vox, la forza di estrema destra spagnola. Sempre Milei vuole vendere le principali imprese statali per ridurre il deficit pubblico, ma è anche vero che è tornato indietro sulle ipotesi di privatizzazione della sanità anche se vuole attenuare gli ammortizzatori sociali.