Due scandali permanenti. Uno certo, riguarda il funzionamento permanente della rete ferroviaria di Rfi. Dell’altro se ne discuterà ancora per un po’. Riguarda il ministro Lollobrigida. Ma l’attenzione è tutta su questo ultimo.
E la battuta viene facile. Si dice: “quando c’era Lui i treni arrivavano in orario”. Si fa: “coi Suoi eredi si scende dal treno perché in ritardo”.
Battute a parte, lo scandalo di ventiquattrore sul ministro Lollobrigida esprime la verità di una realtà che il vero scandalo perdurato: l’inaffidabilità dei treni e la loro estemporanea organizzazione.
I fatti sono noti. Vengono qui ripetuti per metodo. Il treno Frecciarossa Alta Velocità aveva cumulato ritardo di dure ore. Era partito da Torino ed era diretto a Salerno. Lollobrigida doveva recarsi a Caivano dove era prevista la sua persona all’inaugurazione del parco realizzato come emblema della lotta alla criminalità. Ebbene, Lollobrigida ha chiesto che per lui fosse applicata una pratica, dice lui, già effettuata in questi casi. Si è fatto scendere a Ciampino per raggiungere Caiano con altri mezzi. Fare questo è stato possibile grazie a una deviazione del treno che così ha aggiunto ritardo al ritardo.
Il fatto è stato riportato su IL Fatto Quotidiano e di lì la gran cassa mediatica. Richiesta di dimissioni, naturalezza nella replica del Ministro dell’Agricoltura con argomentazione del tipo: “così fan tutti”.
Ma il fatto irrelato a quello dello scandalo vede nel ritardo dei mezzi pubblici come la normalità praticata del nostro paese dalla quale si può prendere solo atto. L’eccezione per sé richiesta dal Ministro l’altra norma alla quale non ci si vuole abituare.
ED è sul concetto di “eccezione” e sulla sua pratica che si concentrerà il dibattito relativo alle dimissioni richieste probabilmente prossimo alla discussione in Parlamento. La linea di giustificazione del Ministro già annunciata: “La fermata di Ciampino non ha comportato alcun disservizio aggiuntivo o costi di nessun genere, neppure alcun rischio o ulteriore ritardo per nessuno. Si è trattata di una fermata straordinaria che, al ricorrere di casi straordinari, Trenitalia realizza abitualmente e che è stata annunciata e resa fruibile per tutti i passeggeri”.
Il cerino in mano ora sta alla dirigenza di Rfi che dovrà sciogliere il tema dell’eccezionalità della fermata e se la sua pratica è stata effettuata in altre circostanze simili, quindi assai meno eccezionale di quanto si voglia far intendere.