La passione per un lavoro si può innescare all’improvviso sui banchi di scuola? Per Massimo Mapelli, autore del saggio “Ad Alta Voce”, si. Come scrive lui stesso fra le pagine del libro “l’ispirazione è maturata sui banchi di scuola, durante il primo anno di liceo”, parliamo del liceo “Quinto Ennio” di Taranto e della professoressa di lettere, Anna Magno, definita “austera, severa ed esigente”, ma che sapeva spiegare ed appassionare come pochi. La scintilla arriva in occasione di un compito in classe dove si richiedeva l’interpretazione di una poesia di Bertolt Brecht, “La guerra che verrà”.
Oggi, Massimo Mapelli è giornalista professionista, lavora al Tg La7 dove ricopre l’incarico di vice capo della redazione Cronaca e di inviato. Docente di giornalismo televisivo e di tecnica del linguaggio radiofonico è autore di studi e pubblicazioni di critica letteraria e sociologia delle comunicazioni di massa.
Il 22 novembre, Massimo Mapelli, ha presentato la sua opera “Ad Alta Voce”, edito da Baldini + Castoldi con la prefazione di Enrico Mentana, a Roma presso la Libreria “Notebook” dell’Auditorium Parco della Musica e hanno dialogato con lui la Psicologa e Psicoterapeuta, Dott.ssa Chiara Gambino e il caporedattore e inviato di Tg La7, Giancarlo Feliziani.
«Leggendo il libro mi sono accorta di quanti punti in comune ci possano essere fra un giornalista e una psicoterapeuta», ha esordito la dottoressa Gambino «entrambi siamo impegnati sul campo e dietro le quinte, entrambi siamo testimoni di fatti, ascoltiamo quotidianamente storie, incontriamo mille volti sul nostro cammino, siamo depositari di memorie, ridefiniamo accadimenti e tentiamo di trovare significati alle storie e ai fatti affinché la memoria non muoia».
Il libro, scritto durante il periodo pandemico, ha essenzialmente una componente autobiografica in quanto ripercorre gli ultimi trent’anni di storia italiana e internazionale, che l’autore stesso ha avuto la fortuna di seguire in maniera approfondita legati all’attualità politica, mediatica e giudiziaria. Dagli esordi con l’esperienza a Rai Stereo Notte, al praticantato, alle collaborazioni nella carta stampata e in televisione. Esperienze da inviato in Italia e all’estero attraverso i momenti epocali, dalla fine del pontificato di Giovanni Paolo II al terremoto dell’Aquila, dal vertice del G8 al delitto di Meredith Kercher, dalle Torri Gemelle al caso Sofri, solo per ricordarne alcuni. Questo saggio ha inoltre una componente riflessiva sul modo in cui il giornalismo sempre più rapidamente si trasforma, dalla macchina da scrivere fino all’era dei social media e delle fake news.
Giancarlo Feliziani, ha affermato «Questo ragazzo parte dalla Puglia, con un sacco di trentatre giri, pieno di speranze ed arriva a Roma dopo aver fatto un po’ di esperienza nella carta stampata. Approda a Rai Stereo Notte, la trasmissione mitica che ascoltavamo tutti. Però poi non gli basta e vuole fare il giornalista. Arriva quindi la televisione che è un altro linguaggio totalmente diverso, con i suoi tempi e con le sue scelte e in questo Massimo è bravissimo! E’ bravo nei pezzi chiusi, è bravo nelle dirette, arriva nudo e puro al giornalismo e in questo libro importante che lui ha scritto, raccoglie un sacco di informazioni che c’è quasi un’invidia buona nei suoi confronti, perché questo libro avrei potuto scriverlo anch’io per fissare la memoria storica che potrebbe disperdere, che invece è importante conservare».
Alla presentazione era presente una delegazione di studenti del liceo “Tito Lucrezio Caro” di Roma, che hanno studiato il libro e che hanno posto allo stesso Mapelli, domande sia sul testo che sul mestiere di giornalista.
Con questo libro l’autore è riuscito con il suo giornalismo rigoroso e appassionato a raccontare attraverso le grandi storie che ha seguito, la trasformazione di un paese. Una lezione di vita per chi si avvicina a questa professione e per chi vuole sapere cosa c’è dietro questo mondo affascinante, ma al contempo molto difficile.
Eleonora Francescucci