(Dire) ROMA – “Io ho detto che mi era stato riferito che in varie riunioni ufficiali e congressi della magistratura, non segrete come qualcuno ha scritto, sono state dette cose che dovevano sollevare preoccupazioni istituzionali, un dibattito. Il mio non è stato un attacco alla magistratura, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere in alcune dichiarazioni non in modo carbonaro ma in modo molto evidente”. Lo dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in Aula alla Camera, durante l’informativa in merito alle recenti dichiarazioni relative alla magistratura rilasciate alla stampa.
È ORA DI DIRLO IN PARLAMENTO, GIUDICI NON FANNO LEGGI
“Quando leggo che esiste una legittima discussione all’interno della magistratura sul ruolo che la magistratura debba avere e si ipotizza che debba avere un ruolo che va al di là, secondo me, di quello che la Costituzione gli attribuisce, io penso che sia giusto riportare all’interno di quest’Aula il dibattito su quale deve essere il ruolo, su quali devono essere i confini, non solo della magistratura ma anche del parlamento e del governo: ognuno sulle sue cose“, dice il ministro della Difesa.
“Per questo mi preoccupano – ribadisce – frasi che dicono ‘Noi dobbiamo sostituire l’attività legislativa perché il Parlamento non ha il coraggio di intervenire in modo specifico su alcune leggi e quindi la giurisdizione deve intervenire e operare al posto del parlamento‘. Io non penso sia quello il ruolo della magistratura e lo dico nel rispetto di migliaia di magistrati che ogni giorno lavorano e operano secondo la legge e secondo i dettami costituzionali e lo dico perchè questo dibattuto va portato in quest’Aula”
SCONTRO CON POLITICA DAL ’94, ORA UN TAVOLO DI PACE
“Io ho ascoltato quattro ore di dibattito di un congresso di una delle correnti dei magistrati e la cosa che mi ha colpito di più, negativamente per il mio Paese, era il senso di attacco che vivevano questi magistrati, quasi ci fosse un costante attacco da parte della politica e un’insofferenza nei confronti della magistratura. E questa è una cosa da definire. Noi parliamo di tavoli di pace in cose molto più gravi come le guerre, probabilmente sarebbe l’ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscano le regole per la convivenza per i prossimi anni perché noi non possiamo aver portato avanti questo scontro dal ’94 a oggi senza riportare la discussione e la composizione all’interno di quest’Aula, dove per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte”.
CROSETTO: NESSUN ORGANO DELLO STATO DEVE SENTIRSI SOTTO ATTACCO
“Io ho ascoltato alcune cose in congressi di alcune correnti della magistratura, con molta preoccupazione ma anche con molto interesse, perché ho capito che esiste da parte della magistratura la percezione di un attacco e io penso che nessun potere, nessuno organo dello Stato, debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro e questo è un problema che deve essere anche risolto qua. Io penso che tutti gli organi costituzionali debbano operare nella libertà e nella tranquillità istituzionale, che nessuno debba sentirsi sotto attacco dall’altro o limitato nelle sue azioni dall’altro. E proprio per questo alcune dichiarazioni mi hanno preoccupato”.
RAPPRESENTANZA POPOLO APPARTIENE ALLA POLITICA E AL PARLAMENTO
“Io ho posto un problema reale, il giudizio può essere differente”, spiega Crosetto in merito alle recenti dichiarazioni relative alla magistratura rilasciate alla stampa. “Io penso che sia legittimo – prosegue – che noi ci chiediamo e definiamo in qualche modo, questo parlamento e non il governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato. La rappresentanza appartiene alla politica, la rappresentanza non appartiene alla magistratura, non appartiene neanche al potere esecutivo, la rappresentanza appartiene a quest’Aula, è la Costituzione che prevede che la rappresentanza del popolo appartenga a quest’Aula. Non è il ministro della Difesa pro-tempore, non è nessun altro, non può essere il presidente di un’associazione di categoria che decide a chi appartiene la rappresentanza. Per la Costituzione la rappresentanza appartine a quest’aula e a nessuna altro, nè al governo nè alla magistratura ma al parlamento”.
MIE PAROLE INOPPORTUNE PER QUALCUNO MA SONO OPINIONI
“È la seconda volta che sono in quest’Aula a parlare di questo tema, di un tema che non mi riguarda e mi scuso con il collega di grazia e giustizia Carlo Nordio, che è qua a fianco a me, a seguito non di un atto normativo, non di un intervento legislativo, di nulla che riguardi la mia attività di governo ma a seguito di un’intervista, nella quale alla fine, dopo una ventina di domande, rispondevo a una domanda e citavo, inopportunamente probabilmente per qualcuno che ritiene che io spieghi le mie opinioni personali rilasciate in un’intervista e non in Aula. Ma c’è la mia disponinibilità a farlo per il rispetto che mi lega a questa istituzione e che mi concede di spiegare oggi quelle parole a cui non ho dato il peso che qualcuno ha voluto dare, ma che ritengo abbiano peso”.
CROSETTO ALLE OPPOSIZIONI: IL CENTRODESTRA NON PUÒ PARLARE DI GIUSTIZIA?
“Io devo essere attaccato perché faccio queste riflessioni come esponente di un governo di centrodestra? Se le facessi come esponente di un governo di centrosinistra?”, domanda Crosetto. Parlando dell’intervista che ha suscitato le polemiche, il titolare della Difesa aggiunge: “Le mie frasi erano molto banali, le mie risposte al Corriere, le mie opinioni esposte, e vi ringrazio di avermi consentito di farle in Aula, ma al di là del giudizio che voi possiate dare su di me, sul fatto che secondo voi non dovessi permettermi di parlare, in un’intervista nelle ultime due domande su venti, di toccare il tema magistratura, al di là di questo i concetti che io vi ho espresso voglio che rimangano in quest’Aula, rimangano agli atti, perché ci sarà un domani nel quale di queste cose dovremo rispondere perché sono le regole basilari della democrazia e dovrebbero interessare non me, ma tutti noi”.
BASTA SCONTRO POLITICA-TOGHE, DEFINIAMO LE REGOLE
“Io penso sia importante, se noi vogliamo uscire dallo stallo in cui la politica italiana è da quasi 30 anni, uscire da questo scontro pregiudiziale tra politica, esecutivo, legislativo e magistratura, definendo le regole entro le quali si muovono il potere esecutivo, legislativo e la magistratura“.