Con ventotto miliardi di manovra si chiude anche questa ultima telenovela dalla legge finanziaria.
Poche risorse. Tutte sui redditi bassi. Piange il ceto medio. Ma i redditi medio-alti possono dormire sonni tranquilli. Un altro anno nella deregulation e nella mancata accortezza di prelevare dai profitti più alti.
Questo significa, misure a sostegno della natalità per chi non arriva a fine mese. Sanità tenuta a livelli di sussistenza. Sono però stati accordati rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione.
Nei pallidi ventotto miliardi di manovra vanno compresi quattro per la nuova Irpef. Ma il dato è che sedici miliardi saranno extradeficit.
Sempre la manovra però contiene la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto. Si prevedono nuove tasse che si sentiranno con l’aumento delle sigarette per arrivare alla tassa di soggiorno per il Giubileo.
L’annosa questione del taglio del cuneo si sostanzia con sei punti in meno per i redditi fino a trentacinquemila euro e di sette per quelli fino a venticinquemila. In tal senso, chi guadagna meno si troverà in busta paga qualcosa di più. Ma entrerà in vigore a luglio. Non si applicherà alle tredicesime. Dura solo per il 2024.
Ma c’è anche la nuova Irpef e rafforzare l’effetto placebo per i redditi bassi. Sempre l’Irpef passa da quattro a tre aliquote. In più ci sarà l’accorpamento dei primi due scaglioni. In buona sostanza sarà applicato il 23% sarà sui redditi fino a ventottomila euro.
Cuneo più Irpef fanno milleduecento euro in più per i dipendenti ogni anno. Sono stime del ministero del Tesoro. Sul pianeta Pensioni Quota 103 resta imperante. Si confermano i 62 anni d’età e 41 di contributi. L’assegno però sarà ricalcolato col metodo contributivo. IL tetto massimo mensile, duemiladuecentocinquanta euro. Sempre secondo il Tesoro si ritiene che ci saranno diciassettemila lavori che usciranno in anticipo. Si conferma l’Ape sociale. Ma per prenderla bisognerà aver compiuto sessantatré anni e cinque mesi.
IL famosissimo Opzione Donna conosce una stretta. Da sessanta a sessantuno l’età minima. C’è lo sconto di un anno per figlio, ma la regola vale solo per due.
Chi temeva di vedere il taglio delle pensioni per il personale sanitario, degli uffici amministrativi, degli uffici giudiziari, tira un sospiro di sollievo. Non sono toccate le pensioni di vecchiaia. Ma sono penalizzate le pensioni anticipate.
Medici e infermieri possono rimanere operativi fino all’età di settanta anni e solo allora vedranno la riduzione della “sforbiciata”. Sale al 26% la cedolare sugli affitti brevi delle case. Si esclude però il primo immobile in locazione.
Pannolini più cari col 5% fino al 10% di Iva. Lo stesso vale per il latte in polvere e gli assorbenti femminili. Prorogata fino a febbraio anche l’Iva al 10% sui pellet.
A farsi sentire sul pianeta dell’economia produttiva sarà la maxi deduzione per le assunzioni a tempo indeterminato. Confermata però la detassazione dei premi produttività al 5%. Una modificazione c’è anche sulla soglia di esenzione dei fringe benefit: si tratta di mille euro per tutti, duemila per i lavoratori con figli. Si potranno usare anche per pagare affitto e mutuo prima casa. Le aziende godranno anche dello del 50% sulle tasse per le imprese che tornano nel nostro paese. Niente plastic e sugar tax fino a luglio 2024.
Non sufficientemente sottolineato come novità assoluta riguardante anche chi non è direttamente coinvolto nella riforma ma anche come spunto di riflessione generale. C’è l’obbligo ad essere assicurati contro le catastrofi. Questo onere deve essere messo in carico a imprese. Chi aggira l’usbergo vedrà vedersi appioppare multe da centomila ai cinquecentomila euro.
Otto miliardi sono dedicati al rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione. Si spalmano in due anni. Cento milioni destinati alle forze per la sicurezza, debbono onorare un accordo sindacale.
E poi si arriva al tanto atteso pianeta Sanità. Dalla grande aspettativa per gli eroi della pandemia si arriva a pallidi contentini. Il finanziamento del Sistema sanitario nazionale si sostanzia con risorse per la Croce Rossa e un incremento sui contratti nel biennio che va dall’anno passato al 2024. Dedicato al personale della Sanità l’aumento del buono per le rette agli asili nido e per il supporto domiciliare ai bambini fino a 3 anni e affetti da gravi patologie croniche. Con cinque milioni per tre anni da oggi c’è anche il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. Sulla stessa linea anche le spese veterinarie con il Fondo per aiutare gli over 65 con Isee basso.
Si può continuare a fare straordinari sull’orario nella Sanità. Almeno fino a fine 2026. Si tratta di un modo per coprire le falle di mancanza di personale. Ma fino a fine 2026. Sui Livelli essenziali di assistenza è vincolata una quota di cinquanta milioni per il 2024 e duecento milioni dal 2025. Incrementata la dotazione speciale per l’Alzheimer: trentacinque milioni in tre anni.
Ultima ma prima, solo nei propositi, la sfera della Cultura, il sostentamento delle università e anche la Rai. Tax credit cambiata per il cinema. Al massimo tocca il 40% e potrà essere ridotto o escluso l’accesso al credito. Una commissione di esperti nominati dal ministero della Cultura interverrà sui contributi selettivi. Ciò in relazione alla qualità dell’opera il cui però elevato giudizio resta appannaggio di grandi pensatori nominati dal governo. Un fondo speciale allo stesso ministero per concerti o mostre. Un milione dal prossimo anno anche alla Capitale italiana dell’arte contemporanea.
La Rai costa meno. Il canone in bolletta è ridotto di venti euro: da novanta a settanta. Ma sull’istruzione vera e propria, sono stati implementati trentasei milioni indirizzati alle borse di studio per gli universitari, dieci milioni, invece, all’Erasmus.