Regioni diversamente autonome, oggi si vota. In Senato si radicalizzano le posizioni sul Ddl Calderoli sui cui si regolano le altre trattative.
Si parla di Autonomia Differenziata ma il vero nodo del contendere sono i Livelli Essenziali di Prestazione. L’attitudine tecnica, e anche pragmatica, di Mario Draghi era partito da questo scoglio. Col governo Meloni invece si segue la gerarchia logica degli argomenti. Si approva il concetto di dare ad ogni regione il livello di autonomia regolativa di cui ha necessità e poi si declina secondo le vere problematiche. E discutere dei Livelli Essenziali di Prestazione significa proprio capire cosa deve fare l’ente regione nello specifico e nella concretezza.
L’argomento di trattativa consiste nell’Autonomia Differenziata da concedere alla Lega per ottenere, la compagine di Meloni, la riforma del premierato. Ed è così che sia la Lega che Fratelli d’Italia potranno andare dai loro elettori per dire di aver vinto.
A tessere le lodi della propria storia sulla base dell’oggetto di trattativa non poteva che essere Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie. Ma il nocciolo della sua argomentazione sta nel fatto che ciascuno dei partiti perfettamente il senso di questa riforma sostenuta anche dal PD in altri tempi e in altre vesti istituzionali. L’opposizione che si esprime oggi consiste in una levata di scudi di maniera e di rito.
Sempre Roberto Calderoli nega la sussistenza di un piano di trattativa prima menzionato: la riforma delle regioni in cambio dell’elezione diretta del premier. La risposta del PD è interpretata da Francesco Boccia che insiste sul percorso inverso: cominciare dalla definizione dei livelli essenziali di prestazione e soprattutto chiarire dove vengono presi i soldi per realizzarli.
E in questo contesto gli esce la battuta: il “barattellum” che insiste sul tema di scambio delle riforme. (Sistema peraltro utilizzato da ogni governo di coalizione per stabilire una procedura da adottare).
Ma nelle dichiarazioni di fatto il rappresentante del PD tira fuori le unghie: “faremo di tutto per fermare la legge Calderoli!” E non esclude il referendum qualora la legge passasse. Anche Italia Viva parla di “patto leonino” e di “pasticcio” riguardo questo presunto accordo che oramai pare proprio il segreto di Pulcinella.