A questo punto dovrebbe chiamarsi “ricatto agricolo”. Due settimane di alterne vicende. Annunci di manifestazioni, allestimenti di presidio sulla Nomentana. Visita del ministro in persona con finale macchiettistico dove si evidenzia un’intesa almeno morale. Revisione dei punti che il governo aveva ritoccato al settore. Si conviene tutti che il vero versante consiste nel governo legato ad assiomi numerali e non dal dinamismo intrinseco della natura in grado di consegnare un prodotto agricolo soddisfacente sotto il profilo economico e qualitativo. Parole di solidarietà ovunque alla categoria. Si conviene anche sul fatto che i finanziamenti partiti da Bruxelles solo in minima parte finiscono effettivamente agli agricoltori. Domenica passeggiata a piazza San Pietro con benedizione finale del Papa…
Tutto questo non basta. Non può bastare. Gli irriducibili del presidio dei trattori a Roma annuncia una nuova manifestazione. All’Ansa hanno detto: “Martedì mattina i nostri trattori sfileranno ancora a Roma”.
Portavoce Salvatore Fais, uno dei fondatori di Riscatto agricolo. Data la persistenza della rivendicazione oramai rimasta senza un vero oggetto del contendere si parla più esattamente di “ricatto agricolo”. Si annuncia, infatti, una manifestazione imponente.
“Al corteo intendiamo far partecipare circa 300 mezzi – ha detto sempre Fais all’Ansa – e partiranno dal presidio di via Nomentana. Lunedì definiremo il percorso con la Questura. Difendiamo il prodotto italiano è lo slogan della mobilitazione di martedì”.
Al fine di scongiurare altre convocazioni di trattori. che oramai debbono considerare i colli romani come particolarmente congeniali, c’è da augurarsi ci sia una manifestazione al giorno ma per altre tematiche. Nel mondo non esistono solo gli agricoltori.