Se non è zuppa è pan bagnato. Non si capisce bene come possa essere a lui più congeniale la decisione del tribunale statunitense rispetto a quella del Regno Unito. E’ che dagli Stati Uniti è partito l’ordine di cattura e sono scattati i capi di imputazione che vogliono portarlo a processo per rivelazione di segreti militari. D’altra parte è anche vero che l’azione del Regno Unito non si è mostrata fino ad oggi così solidale con lui. Sta di fatto anche è la condizione preferita dalla sua difesa legale. L’Alta Corte di Londra dovrà decidere se Julian Assange debba essere processato negli Stati Uniti, quindi accettare l’estradizione.
Il reato contestato è spionaggio e pirateria informatica. Rischia più di cento anni. La Corte Suprema è per lui la speranza. In effetti , l’estradizione era stata già decisa dal governo britannico tre anni fa.
La colpa di Assange è quella di aver pubblicato una miriade di documenti riservati. Trattavano delle guerre in Afghanistan ed in Iraq. Metteva in chiaro i botta e risposta tra diplomatici americani. È riuscito così a sommare diciotto capi di imputazione.
La difesa ritiene che il suo lavoro faccia parte del diritto di cronaca e sia versato nella volontà di rendere edotta la pubblica conoscenza delle modalità attraverso le quali avvenivano decisioni importanti sulle quali gravavano grandissimo interesse pubblico. Riconoscere, quindi, anche il diritto di metterlo sotto giudizio di un tribunale significa quindi negare il diritto di cronaca, secondo la Federazione internazionale dei giornalisti che è presente in tribunale a sostenere la liberazione di Assange. “Salvaguardare il diritto alla libertà di espressione” – la motivazione di forza.
Su tutti l’argomento forte è quello detto dalla moglie, Stella Assange: “Denunciare un crimine non deve essere considerato un crimine”. Immancabile anche il rapporto medico sulle condizioni di salute per cui il marito “non sopravvivrebbe all’estradizione”.
I sostenitori di Assange non sono solo tra i legali ma anche nelle manifestazioni di piazza a Londra. Al di fuori dell’Alta Corte svolgono la loro azione di pressione morale affinché Assange possa essere processato con le leggi britanniche e prosciolto. Attualmente il fondatore di Wikileaks è rinchiuso nel carcere di alta sicurezza di Belmarsh a Londra da quasi cinque anni.
Nei cinque anni precedenti Assange aveva trovato riparo nell’ambasciata londinese dell’Ecuador. Cinque anni fa salta la copertura del governo equadoregno, arrestato, venne tradotto nelle galere di Belmarsh.