Queste elezioni negli Stati Uniti si vincono a sottrazione. L’elettorato americano dovrà decidere chi votare sulla base di chi ha fatto meno errori di locuzione nel denominare cose ed elementi di strategia militare. O almeno, chi avrà fatto gli errori meno gravi. Se si è sbagliato a indicare il Presidente del Consiglio italiano, poco male. È umano. Difficile stare dietro al nostro paese visto che ne cambia uno alla media di meno di un anno e mezzo. Quando ci si sbaglia sul presidente del Messico e invece si designa quello egiziano come ha fatto Biden, potrebbero esser problemi. Qui ci scherziamo un po’ su. Ma non è uno scherzo se i due candidati alla presidenza per le prossime elezioni a novembre si troveranno a guidare il paese militarmente più forte del mondo all’età che supera gli ottanta anni. E soprattutto un livello di controllo di sé non all’altezza del compito che si accingono a sostenere. Anche quello di una campagna elettorale da una parte e l’altra degli States che potrebbe avere ulteriori elementi di stressi per i due ottuagenari.
Solo per la memoria, ma anche un po’ per alleggerire il clima di preoccupazione generale per il timore del non perfetto controllo di Sé di cui ciascuno si potrebbe far portatore, si ricordano questi piccoli lapsus linguae dei nostri amici candidati ed ex presidenti.
L’ottantunenne Joe Biden
Sui delicati rapporti con la Cina, vera grande potenza. “Xi Jinping è un dittatore”. E provate a dare torto a Biden! Ma quel che dice nel novembre del 2023 mette a rischio il dialogo tra i due arsenali di potenza economica e militare. Un conto che si dica tra amici in osteria, un altro è dirlo al cospetto internazionale da uno dei più grandi attori dell’equilibrio militare e geo-politico.
Iraq al posto di Ucraina. Siamo nel giugno del 2023. “Putin sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq. Sta perdendo la guerra in casa”. Sono esattamente le parole di presidente degli Stati Uniti in carica. Nessun dubbio su chi intendesse veramente. Ma qualche dubbio sulla capacità di connessione.
Germania o Francia fa lo stesso. È la più recente e maggiormente sensazionale per le questioni europee. Ci dice però come l’Unione è profondamente considerata oltreoceano: un ammasso di stati e staterelli che stanno lì a rompere le uova nel paniere: in sostanza Biden confonde Macron con Mitterrand, Kohl con Merkel, Francia con Germania … Ma in fondo cosa hanno fatto questi due paesi per essere ricordati nella Storia?
Donald Trump, 77 anni
Chi è la vera nemica? Nancy Pelosi o Nikki Haley?
Tutto avviene nel gennaio di questo anno. Il tycoon vuole polemizzare con i democratici e vuole prendere ad emblema Nancy Pelosi. Ma ci scappa il classico lapsus freudiano. Enuncia ripetutamente la persona che ha come vero obiettivo polemico: è la rivale repubblicana Nikki Haley.
Sul secolare legame Italia Usa
“Usa e Italia sono legati da un’eredità culturale politica che risale a migliaia di anni fa, dall’antica Roma”. Lo ha detto nell’ottobre 2019. Questo però può avere un senso. Gli americani hanno sempre guardato le res gestae dell’antica Roma e ne hanno preso esempio nelle loro strategie di dominio. Lo documenta Edward Luttwak in uno dei suoi più famosi testi (La grande strategia dell’Impero romano, ed. BUR). Dirlo così impunemente però appare eccessivo. Porta a fraintendimenti peggiori: quello di ritenere di esser stati parte dell’idea di impero.
Orban. Chi sei?
“Ammiro Orban. È un grande leader. È il presidente della Turchia”. Sempre parole di Donald Trump nel discorso in New Hampshire, ottobre 2023. Anche qui si ravvisano gli estremi di un lapsus freudiano avendo la mente di Trump inquadrato, probabilmente, i due paesi autoritari come assimilati. O forse come modello?