Tivoli come al solito ha un percorso sempre sofferto per arrivare alla designazione delle candidature a sindaco. Dopo due amministrazioni non politiche era impossibile si smentisse. È un comune più antico di Roma, ha la concentrazione di beni archeologici maggiore che nella Capitale, la sua rinomanza nel mondo è indiscutibile. Dovrebbe esserci una corsa per conquistare quel ruolo di primo cittadino finora ricoperta da Proietti, ex massimo dirigente dei Beni Culturali. E invece la discussione sulla giusta candidatura ancora ristagna nei rivoli di quel che resta dell’organizzazione politica dei partiti.
Tivoli arriva da due amministrazioni civiche sui generis. Nel senso che chi le formava erano stati attinti da esperienze politiche precise. Solo il quadro generale dell’alleanza non era direttamente riferibile a uno schieramento classico: centrodestra o centrosinistra. C’era stato invece un movimento di esponenti di centrodestra andare a soccorso della candidatura più credibile.
Ora che, otto anni dopo, le bocce sono tornate alla logica di schieramento c’è un ricollocarsi di ciascuno nei rispettivi riferimenti con l’aggravante di rendere ancora più difficile la designazione dell’apripista: del primo candidato, del sindaco in grado di esprimere quel qualcosa in più di quanto il conteggio di schieramento riuscirebbe a dare.
Tra scommesse e dubbi però c’è Francesca Chimenti, professione maestra, sostenuta da un assemblaggio di diverse istanze politiche aventi ancora la connotazione del civismo. Si sono chiamati 48 piazze. Dentro ci stanno il Movimento Cinquestelle, Sinistra Italiana e altre liste espressione sperimentale dell’attivismo tutto tiburtino: Verso il Partito del Lavoro, Una Nuova Storia e Polis.
Da parte dei centristi, invece, la risposta è stata Giorgio Strafonda, professione commercialista ed ex assessore al bilancio nella precedente amministrazione con Sandro Gallotti. Strafonda è sostenuto da Forza Italia, Azione, Rinascimento con Sgarbi e le liste civiche Amore per Tivoli, Sguardo al Futuro, Laboratorio Tivoli, Coraggio Tivoli. Ma in questa conversione al grande centro hanno partecipato cittadini riconoscibili come simpatizzanti del Partito Democratico. Ma a partecipare alla contesa c’è una lunga lista passata attraverso il vaglio delle primarie coordinate attraverso il web. Ed è una soluzione che difficilmente accontenterà tutti, ma è comunque un’indicazione chiara.
IL più quotato alla discussa selezione risponde al nome di Emanuele Di Lauro, professione avvocato e attuale presidente del Consiglio comunale. Al primo sondaggio di preferenze ha totalizzato il 47percento delle preferenze pari a 1.042 espressioni di voto. La designazione rappresenta un grande elemento di contraddizione all’indicazione generale riferibile al centrodestra. Ma è chiaro che lo schieramento non è esattamente diviso perché la parte di Strafonda non ha praticamente votato avendo il commercialista totalizzato appena il due per cento.
Dall’altra parte del quadro politico c’è la già menzionata indicazione del mondo della sinistra, Francesca Chimenti col 23%. Marco Innocenzi è invece al terzo posto tra i primi sommari papabili espressi sul web. Tra i migliori figuranti in questa carrellata di persone messe all’ingeneroso tritacarne politico c’è anche Marcello Eletti, ingegnere, professore all’ITIS A.
In questa sorta di primarie de noantri appaiono dei notabili della città. Sono il Cavaliere del Lavoro Sandro Bufacchi, imprenditore nel commercio automobilistico, che pure ha evidentemente snobbato l’informale selezione. C’è anche l’imprenditore tiburtino Teodoro Russo che fu con Sandro Gallotti in giunta.
La passione c’è. La determinazione anche. Le idee e le aspirazioni sono troppe. E tra queste anche le designazioni che dovranno arrivare dai grandi elettori. In tal senso, si attende la decisione della consigliera regionale della Lega Laura Cartaginese.