Elly Schlein sostiene la proposta dei metalmeccanici di ridurre l’orario di lavora da 40 a 35 ore settimanali a parità di salario: “Lo hanno già sperimentato tanti paesi europei, è la strada per lavorare meglio”. Ecco la sua proposta
ROMA – Settimana corta, perchè no. Oppure una riduzione dell’orario di lavoro, ma a parità di salario. Come quella che stanno chiedendo i metalmeccanici, che nell’ambito del prossimo rinnovo del contratto di lavoro 2024-2027 hanno chiesto una riduzione orario da 40 a 35 ore settimanali. Secondo Elly Schlein è una richiesta giusta, in linea con una maggior conciliazione tra vita privata e lavoro e con l’idea di una società improntata alla qualità della vita e del lavoro. Per accompagnare questa ‘rivoluzione’, propone Schlein, la proposta è di offrire sgravi contributi alle aziende (del 30% e del 40% per quelli usuranti) attingendo al Fondo Nuove competenze che verrebbe appositamente allargato.
I PRECEDENTI: GRAN BRETAGNA, PORTOGALLO, GERMANIA, SPAGNA E BELGIO
Su Facebook, Elly Schlein ricorda che la strada di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è stata già intrapresa in diversi paesi europei: “Lo hanno fatto in Gran Bretagna, dove 61 aziende hanno ridotto l’orario di lavoro a parità di salario. Lo hanno fatto in Portogallo dove 46 aziende hanno sperimentato la settimana corta di quattro giorni. Stessa cosa in Germania, in Spagna e Belgio”. Ricordando quindi la proposta dei metalmeccanici italiani, Schlein scrive: “Parliamo di 1,5 milioni di lavoratrici e lavoratori. Non è una piccola questione, è invece una proposta che punta ad una nuova idea di società in cui si rimettono al centro la qualità della vita e del lavoro, l’innovazione organizzativa e la necessità di redistribuire la ricchezza e il tempo libero delle persone”.
LA PROPOSTA: “ESONERO CONTRIBUTIVO DEL 30%”
Ecco quindi la proposta di Schlein: “Noi facciamo una proposta molto semplice: allarghiamo il Fondo nuove competenze – cofinanziato dal Fondo sociale europeo – introducendo anche la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Scommettiamo sul modello della contrattazione collettiva tra imprese e sindacati per incentivare la settimana corta. Un fondo che aiuti chi stipula contratti per la riduzione dell’orario di lavoro attraverso un esonero contributivo del 30 per cento dei contributi previdenziali che si allarga al 40 per le prestazioni lavorative usuranti e gravose. Si può fare”, dice la segretaria del Pd.
“IN ITALIA PIU’ ORE DI LAVORO E MENO PRODUTTIVITÀ”
Lavorare meno ore, secondo Elly Schlein, “significa migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in un paese dove c’è un problema enorme di precarietà e di part-time involontario che colpisce soprattutto le donne. Significa ridurre le emissioni climalteranti. Significa redistribuire i benefici dell’innovazione tecnologica anziché farla subire ai lavoratori e alle lavoratrici più esposti. Nella storia umana ciascuna transizione tecnologica è stata accompagnata dalla lotta di lavoratrici e lavoratori per rimodulare gli orari di lavoro e di vita. D’altra parte l’Italia lavora duecento ore in più secondo la media Ocse della Germania ma il tasso di produttività è molto più basso“. La produttività si migliora se si lavoro “meglio”, non se si lavora per più tempo, osserva infine Schlein, “tant’è che molte aziende stanno sperimentando questo modello anche senza politiche pubbliche che lo promuovano”.
Francesco Bellacqua