Nella sede del Parlamento europeo in Italia – Piazza Venezia 6/7- gli Organi europei, le donne e gli uomini che immedesimano l’Ente Europa, come pure alcuni membri delle istituzioni italiane, hanno glorificato l’edizione 2024 della “Giornata europea CONTRO le molestie”, un impegno diretto e fattivo delle donne e degli uomini della Unione Europea e degli Organismi italiani che ha consegnato un valore aggiunto all’obbligo pubblico di debellare la millenaria piaga della prevaricazione, della discriminazione sostanziale, delle diseguaglianze, tra più tutelati e meno tutelati. Tutti i relatori hanno in ogni caso evidenziato la enorme faglia tra il “come dovrebbe essere” e il “come è”. L’umano tentativo di creare paradigmi sufficienti di legalità, perché l’estensione tra il dettato delle leggi, degli statuti, delle regole scritte sui codici e la realtà, il vissuto delle genti dei popoli, delle etnie, segna profonde e differenti condizioni materiali economiche e sociali, come pure l’eredità di culture antropologiche divaricanti, da non confondere con il termine “civiltà, spesso usato come sinonimo.
Dal confronto degli interventi è emerso che il concetto di fondo di tutti gli atti in senso lato molestanti impediscono la prosecuzione di un’azione, ostacolano lo svolgimento normale di un’attività, e generalmente tali comportamenti esitano in atti persecutori che si possono configurare in una gamma pressoché infinita di condotte più o meno violente, secondo la verticale di un gradiente con una scansione tra comportamento invasivo dell’altrui tranquillità, pernicioso dell’ordinato vivere nella comunità di appartenenza, fino a quello della aggressione fisica con livelli diversi di effetti di danni biologici e di danni esistenziali. La reazione apprestata dall’ordinamento giuridico, a seconda del diverso grado di incidenza di siffatta condotta nella sfera privata altrui, è del tutto insufficiente e si rende indilazionabile la ricerca di metodologie multi scientifiche.
Per lungo tempo la molestia ed il disturbo sono stati considerati eventi minori nel quadro dei rapporti di contenuto negativo tra consociati. I numerosi fatti di cronaca hanno progressivamente condotto ad attribuire importanza a fenomeni che nella legislazione erano sì previsti, ma, appunto, quali fattispecie di importanza secondaria sotto il profilo della tutela da predisporre per i soggetti passivi che ha comportato il passaggio all’approfondimento del reato di “stalking”, fino ai femminicidi che insanguinano l’esistenza di intere famiglie. Il sistema sanzionatorio che intrinsecamente evolve in pene sempre maggiori deve essere corretto, atteso che moltiplica il conflitto sociale e non lo riduce.
Ha condotto l’incontro per la terza edizione della “Giornata Europea contro le molestie” istituita per la prima volta il 25 febbraio 2022, la giornalista RAI Roberta Ammendola, che ha sapientemente alternato un linguaggio esplodente per mirare la penetrazione del fenomeno sinteticamente indicato con “molestie” ed espressioni descrittive per suggerire percorsi di conoscenza e consapevolezza, consegnando all’incontro un gradiente di massima fruibilità.
Deliberatamente chi scrive inverte l’ordine degli interventi per una gerarchia della sostanza che annulla la forma e la parola va data ad Annalisa Minetti, un monumento dell’esserci, l’essere che ci-è, è allo stesso tempo un essere-con, in tedesco “Dasein” traducibile come “esserci”, o “presenza”, spesso tradotto anche come “esistenza”. È un concetto fondamentale nell’ontologia esistenziale del filosofo Martin Heidegger, che usa questa espressione per riferirsi all’esperienza che gli uomini hanno dell’essere. Annalisa Minetti atleta paralimpica e testimone dell’Osservatorio Nazionale contro il bullismo e disagi giovanili ha lanciato il messaggio che interpretiamo in “fare, e fare bene – non dire e non annunciare”. Presente, altresì, Emanuele Brandamura, campione europeo di pugilato, Noemi Oggioni amazzone e appuntato scelto, Stefano Brecciaroli, cavaliere olimpico; e gli squillanti studenti dell’Istituto della Regione Lazio “Istituto Comprensivo Velletri Centro” e l’Istituto Cartesio di Roma, scuola ambasciatrice del Parlamento europeo.
Carlo Cazzola, Direttore della rappresentanza del Parlamento Europeo in Italia, ha celebrato l’inizio dei lavori, confermando che anche quest’anno l’appuntamento è stato ospitato nella sede italiana del Parlamento europeo, non solo per l’interesse europeo al tema, ma per rafforzare l’impegno concreto nella azione di contrasto alle molestie e a tutte le forme di aggressione e di violenza di genere, con particolare concentrazione al mondo dello Sport, dei media e della società civile. Il dottor Carlo Cazzola ha sintetizzato il suo pensiero nel motto “conoscere per comprendere”.
La Federazione Italiana Danza Sportiva ha per voce del Presidente Laura Lunetta, presente anche per il CONI, in persona del Presidente Dott. Giovanni Malagò, sviluppato l’intervento sulla funzione dello sport quale attività di prevenzione contro ogni forma di abuso e discriminazione, un veicolo per formare i ragazzi in un processo di consapevolezza e di rispetto dell’altro, un antidoto naturale contro ogni forma di violenza.
Si è presentata in forze la RAI con il direttore RAI per la sostenibilità Roberto Natale, con Marco Lollobrigida, Vice Direttore RAI Sport e Karina Laterza, presidente della Commissione Pari opportunità.
Il Direttore Roberto Natale ha precisato che la “Sostenibilità” non è solo quella ambientale ma anche sociale. Con una logica stringente ha invitato a riflettere che primaria risulta essere quella sociale in ragione del fatto che sono le attività dell’uomo che trasformano l’ambiente. La Terra senza l’uomo non avrebbe bisogno di alcuna sostenibilità. Il Direttore ha, altresì, proposto agli stessi relatori ed ai qualificati presenti il collegato fenomeno della “sottovalutazione” e la conseguente necessità di un’azione diffusa di informazione che il servizio pubblico può e deve continuare a fare, in primo luogo dando risonanza alle iniziative di sensibilizzazione come fa la FISE, mettendo in atto buone pratiche come quelle che la RAI sta sviluppando da tempo sui temi della parità di genere con progetti che mirano a valorizzare le competenze delle donne nelle trasmissioni e in ogni iniziativa pubblica; in particolare ha segnalato che è stato elaborato un nuovo contratto del servizio pubblico, in particolare l’articolo 5 che riguarda: giovani, cultura della legalità, e individuazione di quei segnali dai quali il fenomeno si genera.
Il vicedirettore di Rai Sport Marco Lollobrigida scolpisce lo “Sport” come divulgazione di valori, la colonna portante della società per l’inclusione di uguaglianze e parità di genere. Oggi si guarda all’atleta e non più alla donna, all’uomo, rimarca Lollobrigida, ma c’è ancora molto da fare per alimentare nelle generazioni future il senso del rispetto, per arginare ed eliminare quei comportamenti che sono molestie e bullismo. Se un veterano della comunicazione come il dottor Lollobrigida si è commosso, partecipando all’incontro, è la conferma che il fenomeno sociale sinteticamente indicato come “molestie” è “oltre ogni ragionevole dubbio” (direbbe un magistrato) esplosivo è pernicioso.
Per la Federazione Italiana sport equestri ha parlato il presidente Marco Di Paola, “la FISE vuole continuare nella sua opera di sensibilizzazione su una tematica, quella delle molestie, su cui abbiamo da sempre riposto grande attenzione.” Ed insiste “sono certo che nessuno possa negare che la nostra Federazione è la prima federazione a “metterci la faccia” ed a fare luce su un argomento che resta, comunque, sempre molto delicato. Il nostro impegno nei confronti di questa materia è e resterà costante. La Federazione Italiana Sport Equestri ha istituito una commissione anti molestie ed ha redatto un codice etico e comportamentale riservato a tutto il mondo delle attività equestri.
“Ogni volta che una donna lotta per se stessa lotta per tutte le donne” questo, dichiara la Dott.ssa Consuelo Magifesta, Responsabile eventi, Comunicazione, Pubbliche Relazioni, Lega Pallavolo Femminile serie A, è il motto che da tanti anni accompagna la Lega Pallavolo serie A femminile, ed ancora “per questo siamo sempre disponibili a raccogliere richieste di sostegno da parte di organizzazioni che quotidianamente combattono ogni tipo di violenza fisica e psicologica, esercitata nei confronti delle donne, e il genere, degli esseri umani”. “Orgogliosi di poter partecipare a questo tavolo soprattutto per sostenere l’impegno di quanti anche nello sport, come noi, si battono per combattere ogni tipo di molestia”.
Il Dott. Yuri Morico, Presidente nazionale dell’Organizzazione per l’educazione dello Sport, ha suggerito di moltiplicare queste iniziative per attivare e sensibilizzare soprattutto i giovani per scelte consapevoli.
La durezza della sintesi obbliga ad uno stop, ma da parte di tutti i relatori si è indicata come principale agenzia formativa “la Scuola”, che nella parola significa tutto e niente. Dispiace pure citarsi, ma ai giovani che esempio viene offerto? Così ho scritto al Ministro della Pubblica Istruzione. L’ultima planetaria l’ha combinata quel brav uomo del Ministro della Pubblica Istruzione Valditara (il più titolato di tutto il Governo), che vuole introdurre nei programmi scolastici l’educazione all’affettività, profondo conoscitore del diritto romano, dovrà ritornare sui banchi di scuola per essere educato sulla “affettività”. Quando è andato a scuola non c’era la materia. In alternativa, fermarsi al Ministero un’ora in più ed iniziare a leggere “L’educazione sentimentale – storia di un giovane” 1869 di Gustave Flaubert.
Così inizia Flaubert il suo racconto fantastico sui misteri dei sentimenti umani. Il tempo che unisce e separa casualmente gli uomini, conducendoli nel momento sbagliato all’incontro con la felicità, rende assurda e incoerente ogni vicenda, ma Flaubert – notava il giovane Lukàcs (György Lukács, nato György Bernát Löwinger è stato un filosofo, sociologo, politologo, storico della letteratura e critico letterario ungherese)– ha compiuto il miracolo di dare senso all’insensatezza della vita, di evocare tutto ciò che essa sottrae dopo averlo promesso, di narrare l’odissea degli uomini moderni scacciati dal paradiso terrestre, da una duratura patria di valori, e abbandonati alla fugacità. Non si può certo leggere L’educazione sentimentale “senza interruzione”, come fantasticava Kafka, perché nel libro, osservava Proust, conta anche ciò che viene taciuto, gli spazi bianchi e gli intervalli vuoti che svaniscono tra un capitolo e l’altro, il tempo perduto è morto, passato invano fra le maglie della storia. Forse neanche Proust ha raffigurato con altrettanta intensità lo scorrere del tempo, che tesse e disfa la vita e l’amore; o almeno Flaubert, che nelle notti del suo ossessivo lavoro ha pagato alla scrittura un prezzo non meno alto di Proust, ha dissimulato meglio tale sforzo, lo ha risolto e dissolto nella rappresentazione della incantevole semplicità dell’esistenza, il cui volto più bello e più lieve e forse quello di Rosanette, la cortigiana appassionata e volubile, tenera e materna, superficiale e magnanima, adorabile quando balla nelle feste galanti, e quando, invecchiata e ingrassata, adotta un bambino.
Da ultimo, Illustrissimo Ministro, Le ricordo il libro “Le affinità elettive” di Johann Wolfgang Goethe. Già ai suoi contemporanei questo romanzo che Goethe scrisse fra il maggio del 1809 e il settembre del 1809, apparve inquietante e problematico. I commenti non tardarono infatti a farsi sentire e furono spesso discordanti quando non radicalmente opposti: ci fu chi giudicò “Le affinità elettive” un’opera immorale, una deplorevole anche se suggestiva esortazione all’adulterio; chi invece, enfatizzando la morte degli amanti, lo ritenne un’insopportabile esaltazione dell’Istituto matrimoniale, la reazionaria vittoria della legge sull’inclinazione e sulla voce del cuore. Ciò che sopravvive dietro l’infuriare di tante polemiche è la complessità o, meglio, l’ambiguità dell’opera, in cui una lineare, quasi geometrica vicenda trasposta su piani e prospettive diversi: dalla crisi matrimoniale come germinazione di un processo di sfaldamento di un’intera epoca all’oscuro epilogo di una passione che, sottratta ad ogni categoria storico-sociale, intesse rapporti con le mitiche potenze del destino.
Ma il reiterato peccato di citare le frasi scolpite nell’Olimpo dei saperi non può esimere di citare il Dott. Angelo Sandri, segretario nazionale DC, che ha redatto nello statuto le parole di Gesù di Nazareh dedicate ai bambini, i figli della nostalgia e del destino. Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “in verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel Regno dei Cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (mt 18,2-5).