Giuseppe Iaciofano è un giovane fashion designer italiano che si è trasferito da alcuni anni in Inghilterra per realizzare il suo grande sogno creativo. Nato l’8 marzo 1990 a Isernia, lo stilista ha fondato la maison di moda Giancohandmade nel 2016 a Londra. La pandemia di Covid-19 ha distrutto aziende, settori e tantissime attività professionali, tra cui anche il suo brand. Ma non si è dato per vinto e lo scorso anno ha creato un nuovo marchio denominato Poet-Lab che si prefissa come scopo quello di rispettare la diversità e riconoscere il valore di chiunque ne indossi i capi, a prescindere dalle varie tipologie di occasione o contesto. Oggi Iaciofano si racconta in un’intervista esclusiva rilasciata alla nostra testata giornalistica Paeseroma.it. Buona lettura!
Benvenuto Giuseppe Iaciofano, com’è iniziato il nuovo anno?
Il nuovo anno è già pieno di sorprese e buone proposte con tante news che non posso condividere per scaramanzia.
Vorresti descrivere brevemente la tua carriera di fashion designer da Giancohandmade a Poet-lab?
Tutto nasce nel 2014 collaborando con diverse aziende italiane e internazionali del mondo della moda, soffermandomi poi a Londra dove la mia carriera nasce con Giancohandmade, un brand durato cinque anni… poi è arrivato il covid e tutto è andato perso. Durante la pandemia non mi sono mai arreso e ho cercato qualcosa che potesse darmi forza e Poet-Lab nasce da un concetto di poesia e laboratorio poiché svolgo anche altri lavori. In caso di un’eventuale e altra pandemia questa volta sono coperto.
Negli ultimi tempi sei spesso ospite nelle scuole della tua regione d’origine, il Molise. Quali sensazioni ed emozioni provi nel raccontare ai giovani studenti la tua vita personale e professionale?
Negli ultimi tre anni ho collaborato e collaboro per il PCTO con il Liceo Artistico Giuseppe Manuppella di Isernia, dove trasmetto la mia passione per la moda e una visione artistica del mondo ai ragazzi poiché se vuoi fare il creativo devi culturalmente conoscere tutto.
Quali sono i tuoi consigli per tutti coloro che vorrebbero intraprendere la tua carriera?
Essere sempre se stessi e stare con le persone giuste, non con tutti… tutti sono il contorno.
Vivi da tantissimi anni nel Regno Unito. Quali sono i pro e i contro dell’Inghilterra? E dell’Italia?
Sono dieci anni che vivo in Inghilterra. Per quanto riguarda i pro, ti direi puoi essere te stesso, crearti uno stile di vita e avere tante opportunità ma al tempo stesso hai troppa gente contro. L’Italia è ancora un Paese molto tradizionalista. La situazione peggiora ulteriormente nel mondo creativo.
Vorresti parlarci delle numerose amicizie strette a Londra con diversi italiani, anche abbastanza conosciuti al grande pubblico?
Sì, ho conosciuto abbastanza italiani. Ho conosciuto Roberto Costa proprietario del Macellaio, YuYu diventata la mia carissima amica, Giulio Cascini di Flewid magazine, Daniel di Red eye Magazine e molti altri, ma la cosa più interessante è vedere che molti italiani hanno più possibilità qui all’estero che non in Italia.
Torneresti a vivere in Italia?
Vivere no. Lavorare a distanza con progetti sì. Solo se Vogue Italia mi proponesse un lavoro allora direi sì.
Quali sono i tuoi progetti professionali futuri?
Al momento sto realizzando delle cose per Loveluxury. Per di più sono social content per diversi magazine online. Bisogna creare ancora più conoscenza.
Quali saranno i trend per la prossima primavera/estate?
Sicuramente un ritorno all’oversize anni 80-90 vibes con i colori molto naturali e il colore melanzana. Finalmente ritorneranno il vinile e le paillettes.
C’è qualcosa che vorresti raccontare e che non ti ho chiesto?
È davvero difficile per un giovane creativo farsi notare quando si è alle prime armi.