La strage della farina è stata il turbine che ha fatto definitivamente cambiare idea al mondo. L’apertura di fuoco operato dall’esercito israeliano sui palestinesi in fila per ricevere aiuti umanitari a nord di Gaza ha creato un autentico terremoto di coscienze.
Le conseguenze si recepiscono anche nei rapporti diplomatici alle massime rappresentanze. Pare che Biden il presidente americano si sia rifiutato di parlare al telefono con il primo ministro israeliano. A dirlo è stata Sky News Arabiya.
Israele deve mettere in conto, quindi, una nuova tensione che probabilmente non può permettersi. Sarebbe un lusso incontenibile quello di avere contro l’armamentario militare e finanziario degli Stati Uniti. Non solo. Se cresce il dissenso degli Stati Uniti è il segno che probabilmente è nato un forte dissenso – pur ancora non evidente – della componente ebraica dell’establishment americano. Ed è soprattutto questo che il piccolo e grande stato di Israele non può permettersi.
Non può tantomeno permettersi che a cascata con gli Stati Uniti crescerà, inevitabilmente, il forte dissenso da parte dei rispettivi stati europei legati all’armamentario della Nato. Quindi il gelo non è solo con gli States, ma con tutto l’Occidente industrializzato.
Inutile e disperante il tentativo di recuperare un’immagine da parte di Israele dicendo che centoquattordici civili sarebbero morti a causa della pressione determinata dai corpi compressi nella situazione di panico generale.
E può contare poco stabilire se i soldati israeliani spararono effettivamente in aria creando una condizione di panico generalizzato oppure se hanno sparato ad altezza d’uomo creando l’inevitabile strage. Oramai la versione di un governo, col suo esercito in condizioni extra territoriali, atto ad imporre una dieta del contenimento militare per scovare i terroristi di Hamas, è debole.
Ma oramai appannati appaiono anche i tentativi di soluzione americana con la vicepresidente Usa Kamala Harris a chiedere la tregua di sei settimane. Come si dice, in questa condizione è saltato il banco. Non c’è più un arbitro riconosciuto o un’authority in grado di far valere il potenziale del suo ascendente tra i belligeranti. E quando la quota di palestinesi ammazzati arriva a trentamila appaiono fatue anche le parole di pacificazione calata dall’alto. E allora si continua a tentare la soluzione degli incontri di preparazione mediatoria. Infatti Kamala Harris incontrerà Benny Gantz, del gabinetto di Netanyahu. Il tema è sempre il cessate il fuoco.
Ma quando accadrà, se accadrà, sarà comunque troppo tardi per intavolare una condizione di pace avente qualche durata nel tempo.