“ Quando arriva la premier? “ Sì, perché il saluto paterno del presidente Biden al nostro presidente del Consiglia appare piuttosto un omaggio affettivo del suo familiare gerarchicamente orientato con la giovane leva. Ma potrebbe anche essere l’inizio di una nuova tendenza. Il bacio di Biden a Giorgia Meloni apre la stagione del sessismo benevolo. Non più accuse di patriarcato. Nessuna visione tesa a dare compendio a rapporti di potere che nell’essere sottoposti trovano giustificazione. Bensì affettività tale da uscire dai ranghi. E questo potrebbe anche piacere.
Tutto è accaduto tre giorni fa. In occasione dell’8 marzo si propone come spunto per una riflessione sulle tematiche del patriarcato, ma stavolta detto in modo semantico, proprio, non come abusato per descrivere la protervia maschile nei casi di violenza.
La lettura politica tesa a rimarcare la sudditanza del nostro paese nei confronti degli States rimanda alla battuta della comica Teresa Mannino a Sanremo. “Siamo colonia degli americani” – aveva detto. Fiorello invece ha commentato come se la foto fosse presa da uno scorcio strettamente domestico del Presidente. Si immagina lui dica: “quando arriva la premier?”
La visita di Meloni sabato fu galeotta perché ha ucciso le ultime speranze che la leader aveva di rafforzare il suo credito presso l’elettorato di soggetto politico anti-establishment, antiamericana, quindi ogni pretesa di neo-radicalismo a destra. Giorgia è più integrata di Draghi. Solo con livelli di consapevolezza probabilmente minori.
Ma è sull’affettività familiare che ci si deve concentrare. Perché gli spunti di riflessione portano continuamente altrove. – Anche ai blogger che volendo scoprire cospirazioni dal nulla hanno millantato la foto come presa furtivamente in un momento in cui le telecamere erano spente. Una spiegazione che conferma la condivisa considerazione sull’inopportunità del gesto. Mostra la visione di un uomo maturo con un atteggiamento paternalistico e discutibilmente protettivo nei confronti della giovane donna. Solo che quella giovane donna è un capo di Stato.
Se il dettaglio è sfuggito a Joe Biden ciò è dovuto sicuramente alla messa a nudo del sentimento che l’americano di potere ha nei confronti dei paesi alleati, satelliti, propri protetti, soggetti da guardare col giusto grado di superna protezione. Si può dire allora che la cosiddetta visione paternalistica (o partner-alistica?) diventa un pattern logico anche in chiave politica. Quindi non è il pensiero politico ad assumere atteggiamenti paternalistici bensì il paternalismo che straripa in atteggiamenti invasivi anche di altre categorie mentali. Tanto da non essere arginato e sconfinare in comportamento evidente.
Questo è ancora la politica internazionale. Probabilmente un bacetto così non lo avrebbe dato a Golda Meir o a Margareth Thatcher. Ma anche qui non sappiamo se stiamo parlando di paternalismo mancato in politica o di politica emendata dal paternalismo a causa della personalità delle due rappresentanti pubbliche.
Conclusione. In ogni dove la donna deve riuscire a farsi rispettare.