Bollettini di guerra, femminicidi, figlicidi, bambini allontanati con metodi violenti e scaraventati nei ” lager” (case famiglia), genitori torturati per anni, mamme separate dai propri figli perché accusate di volergli troppo bene, figli terrorizzati dai padri violenti, bambini sottratti all’amore dei genitori (in particolare dalle mamme già vittime di violenza domestica) e ” stuprati” nel copro e nell’ anima per tutta l’adolescenza, stupri, rapine e quant’altro, ma la “colpa” è sempre di un pensiero culturale! Haha questa cultura !
È trascorsa la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), è passato l’8 marzo, giornata internazionale della donna, sono trascorsi molti ed innumerevoli anni di celebrazioni, panchine rosse, cerimonie, passatelle, nuove normative, ma nulla è cambiato, anzi. Sono diminuiti i femminicidi e le violenze sulle donne? No. Quindi, vuol dire che tutto ciò che è stato fatto non ha avuto alcun effetto. Nulla si risolverà se non si individua la vera causa del dramma della violenza sulle donne, va estirpata dalla radice. Ed a volte la radice si trova in alcuni tribunali assieme a tutta quella pletora di figure istituzionali. È giusto precisare che si parla solo di una parta, ma quella parte miete vittime che potevano essere salvate. Come viene sempre citato arrivare prima salva la vita, ma bisogna farlo.
L’ 8 marzo ancora le stesse parole (almeno cambiassero qualche virgola) che suonano come ulteriore ” violenza” nei confronti delle donne. Commissioni d’inchiesta che hanno lavorato per anni, nuove normative, ma nulla è cambiato. La causa, ci informano, va ricercata (e, quindi, estirpata) nella questione culturale (solo in parte veritiera) e che chi di dovere “non legge la violenza”, ed aggiungono ” faremo di più, interverremo, non può accadere ancora.. i dati sono allarmanti..”.
Ma della violenza istituzionale, della vittimizzazione secondaria se ne è parlato? Della sottrazione dei figli dalle mamme ( accertata recentemente anche da due commissioni d’ inchiesta alla Camera e Senato) con metodi violenti è stato fatto qualche cenno? Assolutamente no. In questo Paese che non ha nulla di civile (vedi anche i sequestri dei bambini), ogni qualvolta ci accerta un reato o lo si insabbia o chi lo ha evidenziato è colui che lo commette. È quindi, come se ne esce? Stesse domande che non hanno risposte da anni. Corruzione dilagante che non viene fermata, questo è il punto da estirpare. Ma ci sta la volontà di agire concretamente, oppure conviene a tutti? Civile e penale si fanno bei discorsi, ma lo fanno a modo loro..
Il violento se va fermato in tempo non può connettere un femminicidio e non può alimentare in ambito civile i numerosissimi precedenti che arricchiscono le tasche dei violenti e di tutte le figure istituzionali. Quindi, il potenziale femminicida non può essere fermato, serve alle istruzioni (ovviamente alla parte marcia). La magistratura ha un compito ben preciso e se non viene espletato al meglio le donne continueranno a morire assieme ai propri figli; se un magistrato commette errori volontariamente o inconsapevolmente la donna muore o precipita nell’inferno assieme ai figli ai quali si devasta l’intera esistenza. Reati spia ben evidenti, fascicoli pieni di prove probanti, ma le denunce spesso vengono archiviate e le donne denunciate per calunnia. Una volta che la donna ha avuto il coraggio di denunciare non sa che subirà anni ed anni di processi non per far condannare il violento, ma per difendersi da accuse infamanti e false denunce create ad arte.
La violazione delle normative e delle procedure ormai è ” legge” in alcuni tribunali, come pure le torture che subiscono le donne proprio da coloro che hanno il dovere di proteggerle. Gli scandali li ascoltiamo ogni giorno, come pure il recente dossieraggio, cosa ci sta ancora da scoprire, cosa cambierà su fatti ormai noti a molti?
Se ci sta la volontà cambia tutto, altrimenti no.
Almeno nel giorno dell’8 marzo le donne vittime di violenza avrebbero gradito un “minuto di silenzio”, o non sentire il ripetersi assordante delle identiche parole che servono solo ad innervosirle, donne e mamme che conoscono la violenza domestica ed istituzionale. Al prossimo 25 novembre ed 8 marzo, hanno imparato a memoria le parole che verranno proferite con grande “sensibilità”. Sono pronte!
Di Giada Giunti