Io non sono così.
Si cerca di far passare i miserevoli comportamenti, pubblici e privati, della nostra classe dirigente come normali e diffusi.
Anzi a ben vedere si cerca di far intendere che tali comportamenti se non vengono praticati è solo per la mancanza di opportunità.
Nel contempo si cerca di diffondere due convincimenti.
Il primo è che nei vizi siamo tutti uguali.
Il secondo è che nessuno è legittimato a giudicare.
Il risultato è una moralità a corrente alternata usata a proprio comodo o per colpire gli avversari politici in un gioco al massacro in cui il nostro popolo sta perdendo la fiducia nel Suo comune futuro, con una disaffezione crescente a tutto vantaggio del malaffare e della criminalità
Io non sono così.
Io credo che la classe dirigente del nostro paese, in particolare quella politica, debba essere da esempio per la collettività e per le future generazioni.
L’esempio deve trasparire da una vita di azioni improntate all’onestà, alla legalità, alla laboriosità, al rispetto di coloro che ci circondano, all’idea e alla pratica che lo stato sia lo strumento per servire i cittadini e non i propri interessi.
L’esempio deve trasparire dalla pratica di una rigorosa scissione tra gli interessi personali e familiari e la gestione della cosa pubblica che si è chiamati ad amministrare.
L’esempio deve trasparire da un vissuto privato ordinato così che le nostre azioni non possano far nascere il sospetto che siano la conseguenza di pressioni anche illegali.
L’esempio deve trasparire da un rigore morale che insieme trova ragione e si sviluppa nel rispetto del senso dello Stato, delle istituzioni e della nostra storia collettiva.
Io non sono come questa classe dirigente.
Io sono una cosa diversa.
Rivendico il diritto di giudicare e sono pronto a farmi giudicare per pensieri, parole, opere e omissioni.
Io sono un’Italia diversa, io sono un’Italia migliore
. . . e scommetto di non essere il solo . . .
Riccardo Evangelista