Bisogna giocare bene. Ma si deve anche interpretare bene la competizione in cui ci si trova. La gara per gli Oscar non è diversa da un campionato sportivo dove chi concorre deve avere sicuramente qualità. Ed è questo un requisito fondamentale e basilare per sperare di arrivare alla fine alzando qualche trofeo.
Ma decisivo consiste il passaggio o i passaggi in cui si interpretano le fasi salienti della gara. Sì! Gara. Competizione. Trofei. Vittoria. Una kermesse culturale non differisce da un campionato sportivo perché elaborata sullo stesso tappeto ideologico: l’affermazione di sé sul resto come ingrediente per lavorare meglio e con maggiori gratificazioni – sia per sé stessi che per la collettività. Quindi siamo tutti migliori se tutti ci trasformiamo in una macchina con un combinato disposto teso a rivaleggiare con gli altri per arrivare alla meta.
Gli oscar sono questo. Inutile nascondersi. Altrimenti un buon film è un buon film e non ha bisogno di riconoscimenti ufficiali di una pletora di sconosciuti esperti per trovare valorizzazione.
Si potrebbe di qui iniziare un’analisi dei bastioni di pensiero liberale imperante, ma finiremmo per rendergli troppa grazia dimenticando la centralità del fatto estetico: il film.
Ebbene, Matteo Garrone ha esplicitamente detto che la produzione è stata scarsa. Doveva investire di più per meglio figurare nell’attività di pubblicizzazione del film tra i concorrenti. (Lo ha riportato l’Ansa). E poi, cosa ancora più grave, non ha iscritto il film a tutte le competizioni. In questo modo il film ha la possibilità di essere votato da diecimila persone. Concorrendo solo come miglior film gliene restano mille. (Come la canzone di Orietta Berti).
I sassolini dalle scarpe che si toglie Matteo Garrone mostrano anche la sua personalità competitiva. Del resto non si arriva a certi livelli senza un poco di “cattiveria agonistica”. Garrone ce l’ha ma non ce l’hanno quelli accanto a lui. Ed è un po’ la storia di una traversata per arrivare a una terra promessa. Quella del grande successo e del riconoscimento.