Tre fatti all’orizzonte dell’11 aprile. Primo, gabinetto di guerra in Israele. Secondo, gli Stati Uniti esortano l’Iran a rallentare la tensione. Terzo, d’altra parte il presidente Biden conferma che difenderà Israele dalle minacce iraniane.
Canti e controcanti di pace in questa scena di conflitto, quella del Medio Oriente. E ciascuna di queste notizie ha un lato ottimistico e un altro che fa tremare i polsi.
Innanzitutto Israele che riunisce il Gabinetto di guerra, oggi alle 18,30 (ora italiana). Ma cosa deve decidere il Gabinetto? C’è la risposta di Hamas che in modo chiaro, senza retro-pensieri interpretativi, ancora deve pronunciarsi. Quella che può essere pensata come l’inizio di una distensione allora potrebbe essere la pianificazione di una fase nuova del conflitto. In mancanza di una risposta credibile, nessuna risposta è uguale al no, quindi a un atto di ostilità. La tensione con l’Iran per l’eccidio di sette persone tra cui un generale dei Pasdaran a Damasco resta un nodo sospeso.
Ma dagli States arriva il messaggio che pontifica pace: “allentare la tensione” – dicono. O meglio, lo ha detto l’inviato americano per il Medio Oriente Brett McGurk. Ha convocato i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iraq e li ha investiti dell’onere di farsi latori dell’esortazione alla calma. La richiesta ovviamente è quella di rallentare la tensione. (Così scrive Reuters). Sempre da parte di McGurk la richiesta di inoltrare la il messaggio al ministro degli Esteri iraniano. McGurk avrebbe parlato al telefono. Può esser sufficiente la moral suasion? Non lo sappiamo perché non sappiamo nemmeno se tutto è vero dato che alla Casa Bianca non hanno dato conferma né commento. Come se – interpretazione del cronista – si fosse trattato di una libera iniziativa dell’inviato americano in Medio Oriente.
Tanto che il presidente Joe Biden ci va giù con poca diplomazia. Dice chiaro e tondo che suo resta l’impegno a prendere le parti di Israele qualora le minacce diventino fatti nuovi negli scenari di guerra. Ma probabilmente potrebbe trattarsi di ostentazione dei muscoli per indurre la fiera avversa a recedere da bellicosi tentativi. E lo dice in sede pubblica: “Il nostro impegno per la sicurezza di Israele contro queste minacce provenienti dall’Iran e dai suoi alleati è ferreo. Faremo tutto il possibile per proteggere la sicurezza di Israele”. Quasi a scusarsi per la sfuriata riferita, solo riferita, con Netanyahu.
Giochi di appostamento, avvertimenti, ostentazione di forza che somigliano più a liti di condominio che a veri e propri scenari di guerra futuribili. Solo che in questo caso non c’è amministratore condominiale che tenga le redini della discordia. Ma a ben guardare neanche nei condomini c’è.