Lanciati 170 droni in Israele. Grazie ai mezzi messi a disposizione, nessuno di questi è arrivato a destinazione. Abbattuti fuori dai confini del paese da Israele e dai suoi alleati. Lo stesso è successo con trenta missili che però sono entrati nello spazio aereo israeliano. Di questi, sono scampati solo cinque all’aereonautica israeliana. Aggirata la difesa israeliana invece grazie a centoventi missili balistici. Colpita la base aerea di Nevatim nel sud di Israele. Il risultato consiste in danni di lieve entità. Anche i droni partiti sempre da Iran ma anche dallo Yemen non sono arrivati nessuno a destinazione.
Secondo le dichiarazioni emesse dall’Iran si è trattato di un regolamento di conti dopo Damasco, due settimane fa, quando il consolato di Teheran è stato colpito da bombe uccidendo sette persone.
Dopo le tentate incursioni di ieri ed oggi che hanno lasciato una bambina ferita, dall’Iran parrebbe tutto risolto. Probabile anche che si sia compresa la differenza prestazionale dei due eserciti avendo constatato le prime performance.
A limitare gli attacchi dell’Iran è intervenuta l’aeronautica militare americana con quattro caccia partiti dalla portaerei Eisenhower che sonda l’area dal nord del Mar Rosso in direzione Suez.
Il complesso dell’attacco iraniano, per altro annunciato, è consistito in 185 droni, 36 missili da crociera e 110 missili terra-terra.
In questo scenario di guerra più che i diretti interpreti del conflitto, i protagonisti sembrano essere gli eserciti collegati, gli alleati: da una parte l’Iran per Hamas, dall’altra gli Stati Uniti per Israele. Ma entrambe dichiarano di sfilarsi dal conflitto. Anche Joe Biden infatti ha detto: “Israele dovrebbe considerare quella di stanotte una vittoria perché l’attacco iraniano è stato in larga misura inefficace e ha dimostrato le capacità militari dello Stato ebraico”. Ha altrettanto dichiarato però che non parteciperà in nessuna eventuale ritorsione verso gli aggressori.
La guerra non si fa solo con le bombe o con gli strumenti di innovazione tecnologiche tecnologicamente più evoluti per evitarle o facilitarle. Si fa anche con le dichiarazioni e con le smentite, così come con gli avvertimenti ai propri alleati. Una recita a soggetto di cui qualche piese teatrale si occuperà in seguito. Il problema però è che i morti non sono finzione. È vera sofferenza.