La muraglia dello schieramento in difesa del governatore della Liguria mostra qualche falla. Le deposizioni rilasciate ieri in tribunale dall’imprenditore Aldo Spinelli pare lo scarichino, sì, ma dal vincolo di amicizia col quale aveva intrattenuto rapporti fino a pochi giorni fa. Aveva dato soldi a tutti i partiti. Denaro che era tracciato.
Ed anche la presidente del Consiglio oggi appare tetragona nella difesa. Si limita a dire: “Toti ha detto che avrebbe letto le carte e avrebbe dato le risposte”. Come dire, la difesa è affidata solo a lui e alle buone ragioni che riuscirà a documentare. Nessuna difesa d’ufficio arriva negli ultimi giorni dal suo schieramento, dopo la prima reazione in cui prevedibilmente si è parlato di giustizia ad orologeria il resto del mondo filo-governativo non si strappa le vesti per il suo esponente finito sotto bagno.
Sempre Meloni si limita a dire: “Aspettare quelle risposte e valutare penso sia il minimo indispensabile per un uomo che ha governato molto bene quella Regione”. Quasi a rimettersi alla clemenza della corte avendo ben chiaro che la sua estraneità ai fatti contestati dovrà essere provata.
C’è l’impressione che difendere un uomo di centrodestra agli arresti domiciliare in clima di elezioni non giovi a nessuno. E poi a cosa servirebbero le difese da parte dei colleghi di schieramento? Si aggiungerebbero all’ovvio, esporrebbero inutilmente chi le fa, sarebbero soggette ad essere contraddette da fatti che potrebbero emergere in secondo momento.
Ma d’altra parte anche lasciare Toti al suo destino non fa fare bella figura ai suoi colleghi. Toti che ha è riuscito a ricostruire il Ponte Morandi in un solo anno, Toti che stava tracciano un futuro per il porto di Genova inimmaginabile qualche anno fa, Toti: un uomo di riferimento e di buon governo fino a ieri oggi lasciato solo.
“A’ dà passà a nuttata!” per lui. Deve contenere gli arrembaggi dei magistrati e stringere i denti nel vedere sfilarsi di dosso persone sue che diranno di non saper niente o di aver agito solo per suo conto. Poi passerà. Questa è la speranza. Le elezioni mitigano tutto. Ma è importante vedere anche come andranno.
Questa ondata di fango con le richieste di dimissioni potrebbero essere un argomento di campagna elettorale per veder declinare la tendenza a destra del paese.
In questo ultimo caso, come nel caso invece che si confermasse una forte affermazione, Toti vantaggiosamente addiverrà a più miti consigli patteggiando per una sua innocenza morale, dicendo che se c’è stata qualche trasgressione è stata solo per oleare il meccanismo ma non la sua persona. Solo la politica dei partiti ne ha tratto vantaggio. Quella che ha scaricato Toti appena ha potuto.
IN ogni caso però tutto questo deve esser fatto in tempi solleciti. Le infrastrutture del porto non possono fermarsi, così come i business che debbono andare avanti. Quelli non li elegge nessuno ma eleggono le cose che contano.