Il ritorno di Chico Forti è stato abbondantemente ripreso da tutti i media soprattutto per il ben tornato in Italia celebrato dalla premier che l’è andato a prendere in aeroporto a Pratica di Mare. Chico Forti ha scontato ventiquattro anni di detenzione nelle galere degli Stati Uniti perché condannato di omicidio. Ora sconterà la sua pena che è l’ergastolo a Rebibbia. Dice di aver dichiarato la sua colpevolezza per consentire le pratiche di estradizione. Ha sessantacinque anni, nato a Trento, l’omicidio per cui è stato condannato avviene in Florida ma lui, in verità, si dichiara innocente.
Questo non toglie che la condanna la dovrà comunque passare nel carcere di Montorio a Verona. Quindi nessuno sconto, nessun ritorno alla libertà. Solo condizioni di vita nel regime carcerario più accettabili. Elemento importante: non ha le manette. Segno che non è solo l’Ungheria il modello repressivo per la mancanza di umanità dei propri istituti di pena.
La sua ascesa alla gloria internazionale come la precipitosa caduta nelle carceri potrebbero essere il soggetto per una nuova sceneggiatura di cui però ancora si deve scrivere il finale. Campione di windsurf italiano, gareggia alla coppa del mondo nell’85. Due anni dopo è costretto a fermarsi per un infortunio. Si dà allora gli sport estremi, ma dalla postazione di produttore cinematografico, scrive per giornali di settore ed esperto, chiaramente, di Windsurf. Partecipa ad iniziative, è una celebrità. Lo vediamo a TeleMike nel ’90. Coi soldi vinti al quiz ritorna negli Stati Uniti dove comincia a intraprendere affari. Lascia la moglie e si sposa con un’altra. Una vita piena di stimoli e voglia di affermazione.
Nel ’98 viene accusato di omicidio. Lui si dichiara innocente ma viene incriminato perché con un forte movente: stava comprando un albergo di cui la vittima era comproprietario. Due anni dopo arriva la condanna, di qui il calvario carcerario di Chico Forti e il suo dichiararsi innocente. Quello che le autorità italiane riescono ad ottenere consiste nel suo ritorno in patria. La pena dovrà scontarla però in Italia.
Fin qui i fatti. Ora si sviluppa il processo mediatico che vuole capire chi è Chico Forti ed entrare in questa vicenda. Perché anche la colpa più grave non può riconoscere il diritto di assegnare condizioni contenitive fuori da ogni sopportabilità. In più ci sono gli elementi coi quali si sentenzia una condanna a una persona. La pena ha un rapporto con la verità della persona o serve a dire alla società che esiste un sistema di pena per cui chi sbaglia finisce in galera e in condizioni disumane? Tutto questo nella liberale, democratica e avanzata America!